Villaggio di Terim

« Older   Newer »
  Share  
Luithil
view post Posted on 22/2/2010, 21:51




Luin

Luin si diresse seguendo Arrka all'interno delle scuderie. I suoi occhi, dopo l'incontro con Cedric erano diventati di un verde acqua particolare, che si vedeva raramente nelle sue pupille. Era più scuro del normale colore, ma luccicava intensamente. Con la coda dell'occhio, la giovane maga scrutava lo stalliere, che continuava ad arrossire, e la seguiva a pochi passi di distanza.
Quando Arrka montò il sella, Luin si guardò spaesata.
Cedric le indicò il suo cavallo. "Luin.. ecco.. quello è il tuo cavallo.. si chiama Taras.. è molto agile e corre veloce.."
Luin si voltò di scatto, facendolo trasalire. "Grazie.. Cedric.. ma.. c'è un problema.."
"Di che tipo?" chiese lui, preoccupato.
"Non.. non so cavalcare.."
A Cedric venne un colpo. In due secondi le spiegò dove mettere i piedi e come afferrare le briglie. Luin imparò alla svelta ed infine, scendendo dal cavallo, gli sorrise e lo ringraziò.
Il ragazzo arrossì di nuovo ma non disse niente.
A rompere l'imbarazzo fu Taras, che nitrì scocciato.
Luin e Cedric si salutarono e la ragazza montò in sella.
 
Top
la dru-_-Cullen
view post Posted on 22/2/2010, 21:52




Nhairy

Nhairy sogghigò, guardando Luin e lo stalliere arrossire fino alla radice dei capelli. Seguì lo stalliere
 
Top
Kay93_
view post Posted on 22/2/2010, 21:53




Arrka

Presto Cedric consegnò il cavallo anche a Nhairy,l'animale nitrì.infastidito dal dover uscire dal suo box,era di un bel marrone chiaro e sembrava molto robusto "Bene...questo è il tuo cavallo"disse Cedric "puoi dargli il nome che vuoi"
 
Top
la dru-_-Cullen
view post Posted on 22/2/2010, 21:54




Nhairy

Nhairy osservò il cavallo, pensando a un nome adatto. "Wildfire. ti chiamerò così" disse accarezzando il cavallo sul muso.
"partiamo?" chiese osservando le altre due.
 
Top
Kay93_
view post Posted on 22/2/2010, 21:54




Arrka

"Io sono pronta..Luin? pronta per la tua prima cavalcata?"
 
Top
Luithil
view post Posted on 22/2/2010, 21:55




Luin

Luin annuì, poco convinta. Cedric continuava a guardarla e il suo sguardo la rendeva inquieta.
Quando guidarono i cavalli fuori dalle scuderie, il ragazzo le salutò e augurò buon viaggio.
"Grazie.. di tutto.." balbettò Luin.
Lo stalliere abbassò lo sguardo. "Cercate di tornare presto.."
La maga sorrise.
"Buon viaggio.." furono le ultime parole che Luin sentì, mentre si allontanavano sui cavalli.
 
Top
Kay93_
view post Posted on 22/2/2010, 21:58




Continua in "in viaggio"
 
Top
Kay93_
view post Posted on 9/9/2011, 21:11




Kar
Li stava osservando da una buona mezz'ora oramai. Nascosto dietro a due pesanti botti vicino a una delle due finestre della casupola dei Wolfstone studiava con attenzione i loro movimenti e sentiva le loro discussioni. Sembravano indaffarati nella vita di tutti i giorni ma il silenzio che c'era ora in casa loro era assordate, abituati come erano alla voci dei loro cosiddetti figli.Aphia stava lavando un grande pentolone in ferro quando perse il controllo e non riuscì più a trattenersi "Andre...credi che siano...." "No. Non lo dire. Sono sicuro che loro si siano incontrati,me lo sento. E se sono insieme sono ancora vivi." "hai ragione" disse la donna con un sorriso forzato "Non saremmo davvero i loro genitori ma ..credo che certe cose possiamo inturle lo stesso. Solo avremmo dovuto sospettare che Arrka ci aveva mentito." "Non avremmo potuto fermarla lo stesso,lo sai. e' troppo decisa e impulsiva. Ma è forte. Sono orgoglioso si lei." La coppia si scambiò un piccolo bacio per consolarsi l'un l'altro e cercare di rassicurarsi.
Kar sorrise. Dunque Bauglir aveva ragione,come sempre. Aphia e Andre non erano i genitori naturali di Arrka e Mork,aveva già una precisa idea di dove cercarli. Sentì una strana sensazione dentro in quel momento era..rabbia...gelosia. Quei due non erano i veri genitori eppure avevano cresciuto i due fratelli con amore e attenzione e continuavano ad amarli. Lui era figlio naturale di sua madre che invece lo aveva sempre odiato e disprezzato. Che cosa avevano quei due di tanto speciale? Che cosa aveva lui di tanto sbagliato? Maledetti. Si ripromise di ucciderli una volta ottenute le informazioni utili che potevano dargli. Spalancò le ali blu notte e volò via da Terim pronto a riferire le sue informazioni.Per ora Aphai e Andre non costituivano un pericolo,non c'era bisogno di ucciderli. Peccato. Perlomeno però non si annoiava più
 
Top
Gigan
view post Posted on 9/9/2011, 22:24




Continua da "Verso Lach"


Dàgun

E finalmente arrivò a Terim! Il caos e il trambusto di città lo accolsero a braccia aperte. Era entrato in una piccola piazza pavimentata con veloci piastrelle ocra, squadrate, tutte di dimensioni uguali, in una pietra che definire di scarsa qualità era un complimento. Tutti lo guardavano con aria perplessa, tanto che sembrò che per un attimo la folla si fosse fermata solo per osservarlo. Lui ricambiò ogni singolo sguardo con un'occhiata in cagnesco e uno sbuffo sommesso. Alzò lo sguardo per osservare il cielo, dove almeno lì non c'erano persone insolenti. Una figura nera alata solcò l'azzurro verso Ovest.
Uccellaccio del malaugurio! Fino a qui non ho incontrato intoppi, speriamo che quel corvaccio non porti scalogna.
Si diresse verso una locanda, quella che pareva più affidabile.
"Il Drago Rosso" c'era scritto sull'insegna. Sotto alla scritta, la lunga figura di un drago che avvolgeva il nome della taverna. Chissà perchè, si chiese Dàgun, il drago era verde...

Erano circa le cinque di sera quando entrò, eppure c'erano gia persone sedute e mezze ubriache. Alcuni non darono importanza alla sua figura, altri cantavano, altri alzavano il bicchiere verso il Nano. Altri ancora, ubriachi interi, alzavano il boccale verso due Nani. Andò al banco, la sua testa era l'unica cosa che si vedeva da sopra il tavolo. Si mise in punta di piedi e chiamò l'Oste. Questo arrivò, era un uomo piuttosto vecchio, non molto grasso, era quasi completamente calvo se non fosse stato per la striscia di capelli bianchi che gli passava dietro la nuca. Aveva degli strani baffetti, anch'essi bianchi, e indossava un paio di occhiali dalla montatura dorata. Si sporse verso il Nano.
"Oh, buonasera! Lei è un viaggiatore a quanto vedo! Posso sapere da dove viene?"
Decise di rispondere. Che aveva da perdere? E poi era una buona cosa conquistarsi la fiducia dell'Oste che l'avrebbe ospitato quella sera.
"Vengo da Netra. Sono diretto a Falan per consegnare un contratto al governatore. Sono parecchie settimane che non ci paga il ferro che gli mandiamo, dobbiamo rinnovare il patto." Mentì, almeno sulla prima parte. Perchè era vero che i Signori di Falan da mesi non pagavano più per ricevere materiale estratto dalle Miniere a Nord.
"Oh, bene. Allora il suo viaggio deve essere stato lungo! Per quanto tempo ha intenzione di restare?"
"Una notte." Rispose. La sua voce era profonda, come un suono filtrato dai picchi taglienti e ingigantito dalle enormi masse di roccia. A sentirlo parlare si provava l'essenza delle Montagne in cui era nato.
"Bene, d'accordo. Ecco le sue chiavi. Sono 8 monete d'argento"
Dàgun frugò nella tasca ed estrasse le monete luccicanti, le porse all'Oste ma questo lo fermò.
"Le dovrei dire una cosa" disse lui a bassa voce "Non corre buon sangue tra noi delle regioni dell'Ovest e i Nani. Vede quel gruppo di persone là?" e indicò un angolo della mensa. Dàgun riuscì a distinguere cinque figure di uomini, ma era impossibili vederli in faccia perchè erano circondati da fumo e da donne.
"Si fanno chiamare I Dorint. Sono un guppo di sei persone - il capo è fuori ora - che si divertono a girare per la città e a commettere atti illeciti. Quando ne hanno voglia rubano denaro, cibo o gioielli, e scappano. Una banda di ladri, ma nonostante questo nessuno fa nulla. Odiano le altre Razze, soprattutto voi Nani e gli Elfi. Perciò, state attento!"
Poi si alzò, aprì le braccia e alzò la voce.
"Comunque, se stasera ha voglia di unirsi alla compagnia, sarà ben accetto. Chissà che storie ci porterà dal Nord!"
E di nuovo a bassa voce.
"Solamente, non li importuni, e stia attento!"
Detto questo, Dàgun andò verso la sua stanza. Apprezzò molto la gentilezza dell'Oste, e dopo la sua partenza gli avrebbe fatto trovare un grosso rubino sul banco, di fianco alle chiavi della stanza, in segno d'addio. Magari con il ricavato avrebbe potuto cambiare l'insegna.
 
Top
Gigan
view post Posted on 13/9/2011, 20:02




Dàgun

La stanza era molto semplice: sul lato destro c'era un letto in legno, con un materasso di piume bianco che il Nano trovò di suo gradimento. Davanti ad esso vi era un piccolo mobiletto, probabilmente usato per appoggiarci sopra degli oggetti. La finestra, sulla parete opposta a quella della porta, dava su un viottolo grigio, stretto e angusto. Dàgun posò i bagagli in un angolo, appoggiò Zandazk sotto al letto. Si sedette su una sedia e iniziò a fumare la pipa, pensando al suo viaggio e alle parole dell'oste.
Mah. Forse questi Dorint sono solamente anime in pena che si danno tante arie. Vedremo quanto avranno voglia di scherzare una volta incontrato Dàgun Kàrzan, il Nano!
Dopo circa un'ora scese per cenare. Stava finendo le scorte di carne e il giorno dopo avrebbe dovuto comprarne altra. Lasciò tutto nella stanza, chiuse a chiave e dopo essersi assicurato che la porta era ben serrata, imboccò le scale e si immerse tra la folla.

La sala si era riempita e il Nano dovette farsi strada tra molti uomini prima di raggiungere il banco. Ordinò una semplice zuppa di carne, si sedette solitario a un tavolo e iniziò a mangiare, con la sola compagnia di un capiente boccale di birra. Ma le sue orecchie si concentrarono altrove. Di fianco a lui un uomo parlava. Sentiva la sua voce confusa tra il fracasso della gente che urlava, il tintinnio di bicchieri, ma riuscì a capire. Parlava dell'assedio a Karin, e di ciò che accadde dopo. Il suo nome era Seslar.
"Vi assicuro, signori! Mai vista una cosa simile! Attaccarono in massa, e ad un certo punto arrivò un'Ombra enorme! Più grande di un drago! Quando la uccisero, fece crollare tutte le mura con il suo peso"
Era evidente che esagerava, ma gli altri sembravano incuriositi e gli chiesero come fosse stata annientata.
"Non lo so. Ma per Tairis girano individui strani. Dotati di poteri sovrannaturali. In quella battaglia persi una mia amica, il suo nome era Anthera"
Il modo in cui aveva pronunciato la parola "amica" sembrava alquanto vago, gettato lì in quel momento. Questo Seslar non pareva una persona onesta. Dàgun continuò a mangiare, e quando ebbe finito la sua attenzione fu attirata dal tavolo dove sedevano i Dorint. Ora erano in sei. Erano tutti uomini robusti, dall'aspetto burbero. Cinque dei sei avevano i capelli biondi, il sesto li aveva castani. C'era poco da dire sul loro aspetto, tutti aggindati con manti di pelle, quasi a petto scoperto, sembravano la personificazione dell'orgoglio e dell'ipocrisia. Stavano evidentemente raccontando qualche storia.
"...E vi assicuro, cari amici, che non avrei mai voluto trovarmi al posto di quel drago! Gli spaccai tutte le ossa, gli staccai tutte le squame. Poverino, scappò con la coda tra le gambe!"
Dàgun non potè fare a meno di avvicinarsi. Quel tizio parlava indisturbato di cose che nemmeno sapeva! Probabilmente era il capo. Avrebbe proprio voluto dirgliene quattro.
Il Nano, però, notò una cosa insolita. In fondo alla sala, vicino all'entrata, una figura incappucciata osservava lui e i sei uomini insolenti. O almeno così sembrava, perchè non si intravedevano gli occhi.
"Abbiamo inseguito il Drago fino a Netra. Ma pensateci, per centinaia di leghe! Lo braccammo e poi... Ehi! Ma guardate chi c'è! Un piccolo Nano venuto a farci visita dalle montagne! Che grande sorpresa"
Era davvero una persona insopportabile! E raccontava cose senza fondamenta! Non bastavano dodici Nani ad abbattere un Drago, figurarsi sei uomini.
"Cosa ci dici, nanetto? Fa freddo a casa tua? Hai intenzione di tagliarti la barba o no?"
La folla intorno all'uomo esplose in una fragorosa e pungente risata. Dàgun iniziava ad irritarsi. La figura incappucciata osservava con più attenzione.
"Allora non dici nulla, piccolo? O sei anche tu silenzioso come quegli ebeti dei tuoi amici Elfi?"
Altri risolini vennero da tutt'intorno, ma si ammutolirono quando videro l'espressione del Nano. Non era sfigurato dalla rabbia, anzi. Era furente, ma sembrava relativamente calmo, e fissava l'uomo con occhi di fuoco. La sua ira era indescrivibile, avrebbe venduto Zandazk pur di mettere le mani addosso a quell'uomo. Strinse i pugni e lo fissò piegando la testa in segno di sfida.
"Vedo con piacere che tu e i tuoi compagni godete di molta stima. Aggiustiamo le cose"
Prese un boccale di birra scura da un tavolo vicino e lo rovesciò addosso al tizio che stava di fianco al capo dei Dorint. Questo si alzò. Era molto muscoloso, aveva due braccia che parevano macigni di granito.
"Tieni a bada le tue buone maniere di montagna, Nano! Nessuno ci importuna, nessuno è contro di noi! Hai idea di chi siamo?"
"Certo, siete dei poveri imbecilli, ecco cosa siete! Scommetto che non riesci neppure a staccarmi un pelo dalla barba! Fatti sotto, bestione senza cervello!"
L'uomo prese il tavolo e lo rovesciò con forza. Tutti si allontanarono e rimase solo lui contro sei. Il Capo lo fissò un attimo, poi lanciò un urlo e si scaraventò sul Nano. E scoppiò la rissa.
 
Top
Gigan
view post Posted on 10/10/2011, 21:00




Dàgun

Con uno scatto evitò un pugno dell'uomo, saltò all'indietro e si mise in posizione da combattimento, con i pugni alzati. I Dorint gli si avventarono contro, uno gli saltò addosso. Lo respinse sollevandolo di peso e lanciandolo a pochi metri di distanza, tanto che l'aggressore rimase un attimo stupito e immobile. Il secondo ricevette un sonoro colpo sul naso e fu fuori gioco per il resto della serata. Altri due stavano avanzando lentamente, ma la figura incappucciata si era alzata, senza farsi notare gli strisciò dietro.
"Gli Elfi ebeti sanno sorprendere anche i testardi"
Li colpì simultaneamente alla nuca con un colpo secco, utilizzando la parte esterna delle mani. Caddero a terra nello stesso istante, svenuti. Ora il suo volto si riconosceva bene, aveva una lunga chioma di capelli castano chiari che gli scorrevano lungo la schiena, era... era un Elfo!
Il resto della gente era rannicchiato in un angolo, la maggior parte tifava per i Dorint, una minoranza se ne stava in silenzio, l'Oste era barricato dietro al bancone. I Dorint avevano capito che erano in netto svantaggio, e gli ultimi due fuggirono dalla taverna. Rimase il capo da solo, che però sembrò non darsi per vinto. Allargò le gambe come per istigarli a colpirlo.
Come vuoi
Non fece nemmeno in tempo a ricordare il suo nome, che un forte pugno di Nano lo colpì dritto sul mento. Rimase disteso per terra, stordito, finchè due dei suoi non tornarono a raccattare i compagni stesi sul pavimento. Tutti gli ospiti, soprattutto le donne che erano insieme ai Dorint, li guardavano immobili, stupefatti. Era calato uno strano silenzio, che fu rotto prima dal risolino di Dàgun, che diventò una fragorosa risata e che si unì a quella pulita e candida dell'Elfo. I Dorint erano stati sbaragliati da due sole persone, in un attimo.
Iniziò una delle donne, poi altri si aggiunsero e infine una pioggia di immondizia si riversò sui tre uomini. Così umiliati, se ne andarono e ben pochi sentirono di nuovo parlare di loro. La simpatia per i due ospiti crebbe a dismisura, e tutti vollero parlare con loro. Ma l’Elfo, che si chiamava Gadlyn, e Dàgun preferirono restare da soli a discutere.
“Il tuo aiuto è stato molto gradito!” esclamò il Nano dopo un lungo sorso di birra “Posso sapere da dove vieni? Conosco solo Elfi di Thil, e in genere hanno capelli di un colore molto più chiaro”
“Io vengo da Golas, da un piccolo villaggio sul confine con Falan. Sto andando a Netra, si dice che strani individui siano stati là, e abbiano salvato la Capitale da un intero esercito di Ombre”
“Anche io ho sentito parlare di questa gente, se questa notizia è così diffusa sarà pur vero qualcosa!”
“Perché, tu non credi?” disse l’Elfo, e Dagùn abbassò lo sguardo.
“Caro Nano, ti dirò solo questo. Tutti, prima o poi, faremo qualcosa di importante per questa Terra. C’è chi, con un piccolo gesto, libera il mondo da un pezzettino di male. E c’è chi, come gli eroi di Netra, che hanno lo scopo di guidarci, farci capire che finchè esisterà la stessa Tairis avremo la possibilità di salvarci tutti. Non perdere l’occasione di aiutare le nostre terre. Io ora devo andarmene”
“Ma come? Di notte? Il sole è quasi calato”
“Devo partire al più presto, ma se riuscirò ti farò avere mie notizie. Addio, Dàgun figlio di Barnun, possa la tua lama elfica proteggerti dal male del Lumbar”
E scomparve così come era apparso, tra la folla e fuori dalla porta. Daàgun sorseggiò un altro po’ di birra e tornò in camera. Prima di addormentarsi diede un’occhiata rapida alle sue armi. Poi un pensiero lo colpì come un fulmine, e si battè una mano sulla fronte. Come diavolo faceva a sapere quell’Elfo che lui portava con sé una lama elfica?

Il giorno dopo, fresco e riposato, Dàgun partì per il sud. Era ancora lungo il viaggio, e il Nano si diresse lentamente a est, verso il lungo fiume che si tuffava nelle verdi foreste di Golas.

Continua in "Incontro al fiume"

Edited by Gigan - 12/10/2011, 21:33
 
Top
130 replies since 16/2/2010, 14:46   308 views
  Share