Karin: mura Ovest

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Gigan
view post Posted on 15/4/2010, 15:44




Sthammer


Hell si vantava sempre. Dopotutto era lui il generale, uno dei preferiti di Baulgir. Aveva detto che sarebbe stato lui ad infliggere il colpo di grazia a Karin, e invece fu il primo, e forse l'unico di loro due a cadere. Dopotutto cos'è l'amicizia per un'Ombra? Nulla, dato che non può provarla. E poi Sthammer in un certo senso odiava Hell. Non odio di morte, un'Ombra non può uccidere un simile, ma un'odio di sfida, forse. Lui era uno spadaccino migliore del generale, che però si prendeva tutti gli elogi dopo ogni battaglia, e Baulgir gli prometteva di ampliare i suoi poteri. Ma Sthammer no. Lui si era creato tutto da solo, la sua abilità, la sua crudeltà, e persino la sua spada. Lui era l'inizio e la fine del suo sogno. Già, un sogno. Come può uno Ombra sognare? Lui era sempre stato particolare, troppo particolare, e per fortuna nessuno dei suoi se ne era mai accorto, ma molti sospettavano. Il duello con quella strana ragazza gli aveva smosso qualcosa. Lei combatteva per la pace, per chi credeva in lei. Cosa significava? E lui per cosa combatteva? Per morte e distruzione? Le Ombre pensavano che la via per la gloria è la distruzione. Ma dopo la distruzione c'è il nulla, e nel nulla non c'è gloria.
Era vero. Terribilmente vero. L'intera scuola di pensiero delle Ombre era stata ribaltata da quella riflessione. Aveva bisogno di qualcosa per pensare. Duelli, duelli di spada, e non unici colpi mirati al cuore. Voleva affinare la sua tecnica, per un motivo che gli era sconosciuto. Guardò il ragazzo che faceva qualche strano incantesimo sull'elfa. Ebbe la tentazione di afferrare la spada e trucidare tutti e due, ma si trattenne, non c'era gusto. Saltò giù dal muro e si diresse verso dove era scomparsa la mezzodrago. Ora lei non era più un'avversaria da uccidere. La voleva risparmiare, e incontrarla in ogni battaglia per sfidarsi con lei e gustare gli attimi di vittoria, o provare l'agonia della morte. Prese la spada e il pugnale della ragaza e li conficcò a terra, sperando che nessuno li prendesse. Poi corse verso la battaglia.

Edited by Gigan - 15/4/2010, 19:44
 
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view post Posted on 16/4/2010, 17:23
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Taldeer

Sentì una grande energia inondarle il corpo e la ferita cominciò a bruciare fortemente. Digrignò i denti per il forte dolore, ancor più di quando aveva la spada che la inchiodava al suolo come un quadro al muro, urlò ancora e di nuovo le corde vocali vibrarono e la gola cominciò a bruciarle. Dopo qualche secondo il dolore cessò e riuscì a poggiarsi sui gomiti mentre ansimava e si guardava intorno con un'aria molto stanca. Si toccò il viso e il collo come per accertarsi che fosse ancora viva e poi guardò il ventre, la ferita era totalmente sparita e neppure la cicatrice era rimasta, dei danni provocati da Hell era rimasto solo il vestito strappato che le metteva in mostra l'ombelico e una parte di addominali alti. Improvvisamente la mente fu invasa dai pensieri e ricordò le urla atroci che fece quando la spada di Hell la trafiggeva " Ho usato la voce! " pensò stupita. Provò a dire il suo nome cercando di sforzare la gola ma tutto ciò che ottenne fu solo un verso indistinto e stridulo così decise che non era il caso di provare ancora.
Si guardò intorno, era seduta sulle macerie delle mura e tutto intorno a lei era abbondantemente sporco di sangue ancora fresco, poco più distante vi era un'armatura fumante che riconobbe essere Hell e affianco a lei vide Riesti, il suo sguardo era vitreo e non si muoveva. Taldeer si spaventò e si inginocchiò affianco a lui poggiandogli la testa sulle sue gambe. " Riesti! Riesti! Svegliati! " Continuava a scuotere leggermente la sua testa e le sue spalle ma non reagiva e gli occhi senza pupilla continuavano a guardare nel vuoto. Taldeer sentì l'anima congelarsi, le sue mani erano fredde e la sua schiena fu scossa da un brivido, stava temendo il peggio, il suo cuore si stava riempiendo di ansia e di disperazione mentre un pensiero si stava focalizzando nella sua mente.
" E'.....è morto.... " L'anima di Taldeer si spezzò all'improvviso come un vetro colpito da una pietra e la disperazione la invase totalmente. Pianse silenziosamente senza sapere che pensare oltre all'amato morto ai suoi piedi. Si sentiva morire, mentre lo sguardo si era perso nel vuoto, era troppo distrutta per fare qualsiasi cosa, sia urlare, sia reagire, sia pensare. Il tempo intorno a lei scorreva lento e non esisteva altro che un pensiero " Riesti è morto " .

Rethel

La battaglia sulle mura continuava senza tregua, Rethel vide un mago anziano combattere sulle mura con grande coraggio e venire ferito mortalmente senza che lei potesse fare qualcosa perchè non aveva ancora le forze di alzarsi, tantomeno di lanciare un incantesimo.Improvvisamente lo riconobbe. " Ma quello è il vecchio della taverna! " Pensò stupita, non avrebbe mai creduto ai suoi occhi, aveva avuto al suo fianco un mago che, nonostante la ferita e le sue condizioni gravi emanava una forte aura magica in questo momento.
Kriel stava combattendo con i soldati con le torce e si faceva strada tra la mischia di ombre medie con violenza, spargendo sangue bollente ovunque finchè non riuscì a creare una breccia e correre fin davanti alla torre più grossa. Appena arrivò delle ombre medie la videro e la caricarono, in quel momento Kriel si inginocchio e mise una mano a terra dopo essersela ferita con la katana " Wina hufwe lereypay! " Improvvisamente attorno a Kriel si raccolse fulmineo il sangue dei morti vicini che si cristallizzò creando una fitta foresta di aculei rosso splendente che trafisse le ombre che la attaccavano. Si alzò e mentre il sangue che le usciva dagli occhi le rigava il volto guardò la torre davanti a sè " Reypay letxep! " gli aculei di sangue si staccarono ed esplosero contro la torre rilasciando la loro materia ribollente su di essa che prese immediatamente fuoco.
Sorrise guardando per qualche istante la torre incendiarsi e si voltò per eliminare le ombre ancora presenti, ormai sembrava finita, le mura erano rimaste ai difensori.
 
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view post Posted on 19/4/2010, 22:07
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Rethel

Dopo alcuni sforzi finalmente riuscì ad alzarsi, ma dovette reggersi su merli per non cadere di nuovo, la ferita al fianco faceva sempre molto male e doveva essere chiusa subito da qualche guaritore, altrimenti avrebbe fatto infezione, la magia di Kriel aveva impedito al sangue di uscire dai vasi sanguigni e impediva alla carne di rigenerarsi, se aspettava ancora sarebbe morta di cancrena. In quel momento arrivarono urla di gioia alle sue orecchie. " Le hanno respinte" Sussurrò sorridendo.
Poco dopo vide Kriel correre verso di lei con una brutta espressione, seguita dai soldati che presero le scale e cominciarono a scendere dalle mura.
" Kriel ma ch.... " Rethel fu presa sotto braccio da Kriel che cominciò a portarla verso le scale con attenzione ma più velocemente possibile " Non c'è tempo Rethel! Dobbiamo correre alla fortezza! Stanno arrivando delle ombre ancora più forti e sono parecchie! Se rimaniamo qui verremo sconfitti. " Kriel era preoccupata, si voltò verso i soldati e ordinò la ritirata.

Taldeer

Non poteva ancora crederci, non poteva pensare ad una vita senza Riesti, dopo così tanti anni di morte e sangue che dovette versare egli era l'unica persona che le aveva fatto capire cosa voleva dire amare e cosa era l'amore. Guardò il suo volto spento con compassione e versò altre lacrime accarezzandogli le guance che si facevano fredde. " Oh Riesti....perchè è dovuto succedere.... " Singhiozzava e diventava difficile pensare, la perdita dell'unica persona che le aveva dimostrato così tanto affetto all'infuori dei suoi genitori adesso giaceva sulle sue gambe senza vita, sicuramente non era questo il finale che avrebbe mai pensato o desiderato. Aveva sempre accettato la morte, sapeva che era parte del ciclo della vita di ogni essere e che alla fine l'anima lasciava il corpo per tornare nel mondo immateriale, ma perchè Riesti? In quel momento trovava quel destino a cui aveva sempre creduto un essere infido, atto a farle del male, prima con la Divoratrice e ora con questo. Tutto questo odio verso la morte e il destino non l'aveva mai provato, lei stessa più volte aveva chiesto l'abbraccio della Madre Falce, come solevano chiamarla gli Arlecchini, ma ora la trovava ingiusta e crudele, sapeva che tutto questo era causato dal dolore della perdita, ma non poteva accettarlo, avrebbe dovuto riprendere l'anima dell'amato e riportarla nel suo corpo materiale, ma non poteva...
I suoi pensieri furono interrotti da rumori di tamburi in lontananza, alzò la testa disperata e vide in lontananza grosse figure avvicinarsi verso la breccia. Le lacrime svanirono e la sua attenzione fu rubata da quelle figure, sembravano tante copie di Hell e come se stesse vivendo un incubo stavano avanzando verso di lei, come la prima volta che lo vide. Era un buon esercito di ombre forti e medio-forti che stava marciando inesorabile verso Karin, per dare il colpo finale alle mura Ovest.
Taldeer fu colta dallo spavento, non poteva rimanere lì, non era in buone condizioni per affrontarle e doveva portare via il corpo di Riesti, così piazzò la lancia dentro la fodera della spada, si caricò il corpo sulle spalle e cominciò a muoversi verso l'interno della città; in quel momento vide passare di corsa i soldati delle mura Ovest
< Alla fortezza! Alla fortezza! > Continuavano ad urlare, Taldeer li guardò qualche istante, poi vide due donne poco distanti, una era ferita ad un fianco, ma non era il tempo per chiaccherare, si portò affianco a loro e le salutò con un cenno del capo mentre quella ferita la stava guardando come per trasmetterle il suo dispiacere per l'uomo che si stava portando sulle spalle. Quella donna aveva qualcosa di particolare, era molto gentile e riusciva a capirla subito, sicuramente una volta alla fortezza avrebbe sperato di parlarle.

Continua in Karin: La Fortezza

Edited by niawe makto - 24/4/2010, 09:43
 
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Forfeus
view post Posted on 20/4/2010, 14:13




Riesti

" Dov...dove sono?" si chiese sentendosi terribilmente stanco, aprì gli occhi e guardandosi intorno rimase confuso: c'erano delle rovine intorno a lui ma non si vedeva nient'altro,solo oscurità.
<potresti essere dovunque> disse una voce fredda dietro di lui che lo fece raggelare e voltare: era una figura avvolta da un mantello con cappuccio nero e portava con se una falce.
<non può essere...> disse Riesti
<stai pensando di essere morto vero?> rispose con tono ironico la figura
<tu...sei la cupa mietitrice?> chiese sconvolto
<beh è uno dei tanti nomi che mi hanno attribuito ma non sono qui per prenderti caro Riesti...quindi sta tranquillo> sorrise sotto il cappuccio, i suoi lineamenti scheletri si notavano ben poco ma erano lì e lo sentiva.
<e per cosa allora?> chiese ancora più confuso
<come non ricordi cosa è successo? mi deludi> disse ridendo
<aspetta...ricordo...Taldeer...stava morendo... e io ho usato l'incantesimo dell'accademia>
<esattamente...quell'incantesimo ti avrebbe ucciso ma qualcosa ti ha salvato e ora sei qui>
<qui dove?>
<dove la vita e la morte si incontrano caro mio>
<santo cielo...e cosa significa tutto ciò?>
<dovresti capirlo da solo... riflettici un pò e quando l'avrai capito ti riporterò indietro, fino ad allora il tuo corpo sarò solo un peso morto> rise sparendo nell'oscurità
<aspetta...> urlò Riesti cercando di fermarla invano.
Che cosa intendeva dire? doveva riflettere e su cosa?
 
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