| Sthammer
<<prigionieri in fuga! Prigionieri in fuga!>> <<stanno fuggendo! I mannari! C'è un Etereo con loro!>> Anche gli umani. Piccole creature desiderose di troppo potere. Unirsi alle Ombre cosa avrebbe cambiato? Rimanevano ciò che erano, illusi. E si era illuso anche lui, uccidendo, massacrando, conquistando, distruggendo, obbedendo, e ora si chiedeva il perchè. Cominciava a odiare i propri padroni, l'arroganza di Hell, che fu solo la causa della sua morte, l'orgoglio delle Ombre, il potere di Baulgir. Ma ora basta, l'avrebbe fatta finita. C'erano solo due possibilità: uccidersi o ribellarsi. Sarebbe andato contro i propri creatori? Loro avevano plasmato non un esercito da conquista, ma un esercito di morte. Ma lui, lui non era così. C'era una luce, piccola, dentro di lui da sempre. E ora era esplosa. I fuggiaschi dovevano salvarsi, e lui avrebbe fermato le Ombre dall’interno. Perché lui non era un’Ombra vera. Lui era un esperimento riuscito male. Lui era…
Baulgir è davanti alla tavola di legno, fissa le catene che di lì a poco tratterranno un corpo. È il primo esperimento di quel tipo, un nuovo sistema per evocare le Ombre. È impaziente, comincia a tamburellare con le dita sul marmo freddo del muro. Ecco che, quando sta per mollare un pugno di rabbia sulla parete, entrano i sacerdoti evocatori. Sono vestiti di nero e sono tre. Il primo è calvo, e ha una cicatrice rosso sangue che va dall’occhio sinistro all’orecchio. Il colore di quell’occhio è cambiato. L’ultimo trascina dietro di sé un uomo legato. Viene sbattuto sul tavolo e tenuto fermo con forza, mentre viene legato alle catene. Baulgir lo osserva. Ha i capelli raccolti in una coda, una fascia sul braccio sinistro, indossa stracci di abiti coloratissimi. Ed è un elfo. <<attendiamo il vostro ordine, mio signore.>> Il re delle Ombre alza una mano verso l’elfo e la illumina di un bagliore viola. Lo sciamano si contorce dal dolore mentre si accende una piccola aura blu. Poi Baulgir chiude la mano. <<procedete all’estrazione dello spirito.>> Un sacerdote, il più giovane, sembra contrario. <<mio signore, le ricordo che gli sciamani sono emissari del bene. Se convogliamo lo spirito nel corpo dell’Ombra lei sa cosa può succed…>> Non finisce la frase. Cade a terra pallido e senza respiro. <<non mi importa>> dichiara Baulgir <<e ne abbiamo già parlato. Procedete, o i prossimi sarete voi.>>
Seppe che fare. Impugnò la spada e iniziò a massacrare le Ombre che si trovava davanti. Più avanzava verso i cancelli e più sentiva un desiderio di giustizia crescere dentro di sé. Nella prigione era il caos più totale, perché gli umani fedeli a Baulgir non sapevano più chi era l’amico o il nemico. Notò i fuggiaschi. L’Etereo sopra un muro e i due mannari che lo seguivano. Decise di andare da loro. Non l’avrebbero mai accettato, ma lui prima gli avrebbe rivelato tutti i segreti delle Ombre. Poi, si sarebbe tolto la vita da solo. Sarebbe morto come meritava.
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