| Khastiana
Cosa stava succedendo? Uno strano e improvviso disturbo psichico aveva quasi lacerato le sue barriere come se fossero state di carta, e nonostante avessero tenuto, aveva potuto percepire come un leggero tocco alla sua anima, sensazione gelida come di una mano fredda sulla schiena. In una frazione di secondo si sentì debole, le ginocchia tremarono e crollarono come colonne in frantumi e tutta la sua massa precipitò verso terra. Soltanto le mani evitarono al suo volto di toccare il sottobosco, le sue braccia si irrigidirono per sopportare il peso delle sue spalle, mentre faticosamente si stava riprendendo. Cosa poteva essere stato? Sicuramente si era trattato di una folata di energia molto potente, ma da dove era pervenuta? Da quale corpo era stata liberata? Ma soprattutto: non era energia benevola, ma malvagia. E in questo caso significava che il nemico era parecchio potente, da evitare, quindi...quanto era lontano da loro? Quanto tempo avrebbero avuto per salvarsi? Khastiana non poteva dirlo, ma stava cominciando a sudare freddo, aveva paura. Per la prima volta dopo tanto tempo aveva di nuovo paura, temeva di nuovo la morte; in tutta la sua vita non aveva mai temuto per la sua vita, certamente era sempre in pericolo ma poteva cavarsela, in un modo o nell'altro. Tuttavia, in questo caso si sentiva minacciata, sapeva che non ci sarebbero state speranze nel caso di uno scontro. Sthammer irruppe nelle sue riflessioni con la sua lama e il rumore dell'aria che stava fendendo.
<<non mi serve il tuo aiuto, vattene! Vattene, ho detto, non hai idea di chi mi stia cercando! Non puoi morire a causa mia!>>
Khastiana lo guardò, era assorta ancora nei suoi pensieri e stava prendendo una decisione. Quell'ombra avrebbe potuto avere qualche speranza di informare le persone giuste? Doveva scoprirlo.
< Voci mi hanno informato di un grande assedio svoltosi a Netra, tu ne sai qualcosa? > La domanda di Khastiana irruppe nella mente dell'ombra rapida, inducendo l'altro a rispondere come se ordinato.
<<sì, io guidavo quell'assalto assieme a un altro generale. Siamo poi stati sconfitti grazie a un gruppo di personaggi particolari... >> Disse Sthammer, quasi senza accorgersene, probabilmente per via dell'agitazione e della consapevolezza che quell'entità malvagia si stava facendo sempre più vicina.
< Bene, allora immagino tu sappia chi siano queste persone. Và e dì la verità a loro, io ti darò del vantaggio. > Khastiana era determinata, la paura si era trasformata in coraggio, stupida volontà di morire per una causa maggiore.
<< Cosa? >> Sthammer non riusciva a credere alle sue orecchie. Aveva incontrato da poco quella strana creatura e già si voleva sacrificare per lui, per il nemico. Vero, aveva tradito il reale nemico, ma era pur sempre anche lui un avversario per quella creatura. Riflettendo: il nemico del mio nemico, è mio amico.
< Non c'è tempo da perdere! Sparisci! Cerca quelle persone e non farti ammazzare! Vattene!! > Urlò Khastiana. Sfruttò i suoi poteri psichici per fare pressione sulla mente di Sthammer, facendogli provare un forte mal di testa. Poco dopo, l'ombra la guardò per qualche istante, sconsolata e sconcertata, infine cominciò a correre nel fitto del bosco, sparendo alla vista dopo qualche istante. < Stupida. Stupida! > Mormorò Khastiana, rimproverando il suo comportamento idiota. Ora era in pericolo, grave pericolo.
< Sei stata stupida, hai ragione. > Una voce profonda si fece sentire all'improvviso, sembrava provenire da ogni angolo del bosco.
< Ti avrei ignorato, ma ora sei colpevole. >
Una strana massa nera apparve tra le fronde di un albero, una nube talmente densa da sembrare una creatura, un groviglio di serpenti; e in quel momento le sue spire tendevano verso Khastiana, rapide.
< Quale sarà la tua pena? > Quella voce profonda si rifece sentire, forte e vicina, direttamente proveniente dalla nube. In un lampo, quel fumo si diradò, lasciando il posto a una creatura incappucciata, dalle sembianze umane, brandente una spada splendente.
Quei vestiti stracciati. Quell'energia psichica così malvagia e mortale. Quel teschio sulla spalla. Infine gli occhi: neri come l'ossidiana e lucenti, trasudanti morte, dolore e una storia maledetta.
Un attimo. Infine il fendente.
|