| Anthera, Arne & Vikhem
Arne l'assassino continuava a pensare, pensare, e a camminare senza sosta. Gli sembrava passata un'eternità, e sentiva come se si fosse allontanato a centinaia di leghe dal fuoco. Invece, se voltava la testa, scorgeva ben distinte le figure dei suoi compagni tra le rade foglie e qualche ramoscello. Pensava a cosa fare con ciò che aveva trovato. Fuggire, lasciare tutti? O aspettare? Il suo corpo si indeboliva sempre più. Se fosse scappato, in caso di un attacco non sarebbe sporavvissuto. Se restava, il pericolo incombeva anche sui suoi compagni. Quando fu abbastanza lontano, prese una piccola fiala da una tasca, la stappò e la bevve. Si sentì già rinvigorito, ma gliene restava ancora una sola. Lentamente prese la via verso il falò, e si sedette all'ombra di un albero, a riflettere.
Nello stesso momento, Anthera aveva percorso l'argine fino ad una piccola conca, dove il fondale era basso e il bordo sassoso. Si immerse lentamente fino al collo. Non aveva bisogno di togliersi i vestiti, e poi non ne aveva nemmeno voglia. Lasciò la cintura vicino a un cespuglio e si godette l'acqua liscia e morbida che sciacquava via i pensieri e li portava verso il Mare. Quando ebbe finito, si stiracchiò e si sdraiò sulle rocce a prendere il sole, una cosa che adorava e la faceva sentire bene. Per un attimo la sua mente si pulì completamente, lasciando uno spazio bianco come un foglio libero su cui scrivere. Lì si addormentò dolcemente, forse per più tempo del dovuto.
Vikhem riposava tra gli alberi. Prima della sua partenza si era dimostrato sveglio e scattante, ma indubbiamente anche lui aveva bisogno di sonno. Stringeva già nella zampa un cervo snello e tenero. Sarebbe bastato ai suoi compagni per la cena, ma non per lui. Sbuffò, e si rimise in marcia silenziosamente, trascinandosi dietro la carcassa. Mancava poco al tramonto, e la notte poteva portare dei pericoli. Sperò che i suoi compagni non fossero già nei guai, perchè una sensazione di paura lo prese, e proveniva dal campo. Ma attribuì tutto alla stanchezza, prese il volo e cercò altre prede.
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