Utimor

Luna Astrella

Luna scoppiò a ridere alle parole del Nano.
"E' difficile da dire! Io non sono ancora arrivata al gran finale! Lo tengo in seeeerbo!" urlò con la sua tremenda vocetta acuta, intrecciando il percorso delle sue fiaccole, creando nell'aria vari disegni, che venivano magnificamente delineati dalle fiamme di tanti colori: un fiore, un fiocco, un quadrifoglio..
Ad un certo punto, stanca di farle volare, le fermò una per una, e tenne in mano solo quella verde smeraldo.
"Ehi Dagun, guarda qui!" gridò rivolta al Nano, con un gran sorriso. Recuperò dalla bisaccia una piccola fialetta trasparente, la stappò con i denti e se la versò per metà in gola, dopodichè si posizionò davanti la fiamma e.. soffiò. Semplicemente soffiò.. e da quel soffio nacque un enorme fiore di fiamma di mille e mille sfumature di verde, che con un ruggito di elevò sopra il pubblico, che osservava meravigliato.
Rimase per un buon minuto nell'aria, poi lentamente si spense, e Luna si voltò verso Dagun.
"Eeeeh? Non era una meraviglia?"

Dàgun

Effettivamente Luna se la cavava bene con il fuoco, ma anche lui aveva qualche asso nella manica, un gran finale. Ecco che lanciò in aria le tre pietre, poi lanciò loro addosso una polvere gialla. Fu come se queste si spegnessero improvvisamente, e altrettanto improvvisamente scoppiarono lanciando in aria una miriade di schegge di scintille fischiettanti, di colori che variavano dal blu scuro all'azzurro cielo. Tutto si fondeva in un'unica grande pioggia di colore, che sfumava e scompariva appena prima di toccare terra. In quell'istante, aveva davvero finito quello che poteva fare e non aveva più idee, quindi si inchinò, prima al pubblico, poi a Luna, rimise a posto le sue cose e se ne tornò in un angolo.

Luna Astrella

"Grande Dagun! Magnifico!" urlò ridendo la ragazzina, saltellando allegra da un piede all'altro mentre faceva roteare sopra la propria testa le fiaccole "Ma ora.. ecco il mio gran finale!"
Lanciò uno sguardo sornione al pubblico poi, muovendo sempre più velocemente le pire, senza farsi vedere, estrasse dalla cintura l'altro sacchettino, quello nero pece. Ne prese appena un pizzico, lo lanciò in aria.. e all'improvviso, lei, le fiaccole, la luce e una parte della piazza sparirono, nel buio opalescente creatosi. Alcune persone urlarono sorprese, ma tutte rimasero stupite, quando il buio venne risucchiato e si ritrovarono dinnanzi la piccola acrobata, inchinata, a testa bassa.
Subito scoppiarono in un gran boato, di applausi, fischi e urla di approvazione, sia per Luna, che per Dagun. La ragazza si rialzò sorridendo, fischiando richiamò Diamantina, le appese al becco un sacchettino porpora per le offerte e saltellando tornò al fianco del Nano.
"Allora? Ti è piaciuto il mio modo di lavorare? Tu sei stato un portento, lasciamelo dire! Dovresti prestarmi quelle pietruzze!" esclamò allegra, risistemando le fiaccole spente nella borsa, mentre attendeva la sua gazza ladra.

Dàgun

"Eh, già" esclamò tutto pieno di orgoglio "Ma anche tu non sei stata male, sul serio! è incredibile come ci voglia poco a risvegliare un paesino così... pigro. Per una notte hanno assaggiato l'abilità di Luna e di Dàgun di Frochel!"
Guardò un attimo la folla entusiasta, tutta intenta a lasciare un'offerta alla gazza. E gli ritornò in mente la sua missione. Per il momento non voleva pensarci, però, anche se il giorno dopo si sarebbe dovuto mettere in cammino molto presto. Forse era il caso di dare l'addio a Luna proprio quella notte.
"Senti, Luna, è stato molto divertente, anzi, non mi divertivo così tanto da anni, ma sai, domani dovrò partire presto, poco dopo l'alba, non so se riusciremo a vederci. Quindi, ti vorrei salutare ore, che dici, come buoni amici?"
Le tese una mano per stringerla. Per il cuore duro e onesto dei Nani, quel gesto aveva più valore di quello che gli attribuiva un Umano.

Luna

Alle parole di Dagun, Luna cambiò repentinamente espressione: in un momento, proprio come la sua polvere di buio aveva risucchiato i colori delle fiaccole, l'allegria che aveva dipinta sul viso sparì, sfumò, lasciando solo sbigottimento e dolore, nei suoi grandi e stralunati occhi porpora.
"Cosa? T.. te ne vai?" bisbigliò, con una vocina appena udibile, le mani strette al petto e le sopracciglia aggrottate "No.. non mi puoi lasciare così, Dagun.."
Si rifiutò di dargli la mano, e gli si gettò addosso, stringendogli le braccia attorno al petto, in lacrime.
"Non mi puoi lasciare così!" si mise ad urlare, piangendo.

Dàgun

E ora?
"Su, su, non esagerare" disse il Nano, tendando di tranquillizzarla, ma più di tutto di levarsela di dosso, anche se anche lui era molto dispiaciuto.
"Ti avevo già detto che sarei dovuto partire. Ho ancora molta strada da fare, devo arrivare fino a Lach. Forza, su, non voglio ricordarmi di te con quella faccia triste! Voglio ricordarmi questa serata per sempre, ma non in questo modo! Ora ognuno deve tornare alla propria vita, io devo partire e tu devi continuare a viaggiare tra i villaggi. A meno che..."
Si morse le labbra. Perchè si lasciava sempre sfuggire le parole che non gli convenivano in quelle situazioni? Era meglio se fosse rimasto zitto dall'inizio. Fece un lungo sospiro.
"...a meno che tu non venga insieme a me"

Luna

Il suo pianto smise all'improvviso, e il fiato le si troncò di netto in gola, in un rantolo soffocato. Lentamente alzò gli occhi lucidissimi sul viso del Nano, come un cucciolo in cerca d'affetto.
"D.. davvero? Saresti disposto a portarmi con te?" chiese, in un sussurro strozzato.

Dàgun

"Sì, insomma... cioè no, non vorrei... è che il viaggio di per sè è rischioso, si possono incontrare parecchi pericoli..."
Forse la verità era che non voleva altra gente in mezzo a piedi, però la compagnia di quella ragazza era tutto sommato stranamente piacevole. E poi, lasciata lì, si sarebbe annoiata. In fondo il Nano non aveva incontrato nessuna minaccia realmente grave, e ciò lo lasciava pensare di poter portare Luna con sè. Ma la tendenza alla solitudine nei Nani è dura a lasciar strada ad altre cose, perciò non sapeva decidersi.
"Diciamo che potresti, cioè, non proprio..." e dopo un lungo borbottio, cercò di concludere il suo discorso.
"Ecco dovevo solo dire che... Prima di partire, dovrò farti vedere una mappa, altrimenti non sapremo più dove mettere i piedi"

Luna Astrella

Le parole di Dagun bastarono all'umore di Luna per cambiare repentinamente. Si staccò da lui e si mise a saltellare sul posto.
"Sì, sì! Vengo con te, non mi interessano i pericoli! Cosa c'è di più pericoloso che andare in giro per villaggi e boschi di notte tutta sola? Nulla! Nulla! Ah, Astrella, hai sentito? Dagun ci porta con luuuuuuui!" urlò, lanciando le braccia in aria al colmo della felicità. Di scatto si rivoltò verso il Nano e fissandolo stralunata, con il suo grande sorriso a tutti denti.
"Fammi vedere la mappa, Dagun! Conosco Tairis come le mie tasche!"

Dàgun

"Piano, frena l'entusiasmo! Dobbiamo raccattare tutte le nostre cose, e soprattutto abbiamo bisogno di riposo. Ne parleremo domani"
E sbadigliò apertamente. Quindi iniziò a preparare il proprio bagaglio. Ora si sentiva come alleggerito, come privato di un peso. E si sentiva felice di aver compagnia per il viaggio. Continuava però a temere i pericoli che avrebbero potuto incontrare. Forse aveva parlato tropo presto, forse doveva ripensarci? Anche se fosse stato, non sarebbe esistito alcun modo di persuadere Luna a non partire, perciò si diede definitivamente per vinto.
"Domani faremo tutto, ti mostrerò la mappa e tutti i vari sentieri. Ma mi raccomando! Non perderti, e fai ciò che ti dico. Potremmo fare qualche incontro indesiderato"

Luna Astrella

Lei si limitò a scrollare le spalle, sorridendo a trentadue denti.
"Sarò brava! Starò attenta! Non ti darò nessunissimissimo disturbo! Promesso! Anzi no, te lo promettiamo tutte e due, vero Astrella?"
Lanciò uno sguardo alla sua gemella invisibile, poi si rivolse sottovoce a Dagun: "E' lei quella che fa sempre confusione, sai?"
Guardò di nuovo male la figura invisibile al suo fianco, dopodichè un gracchio la riportò alla realtà e con un sorriso accolse Diamantina sulla sua spalla. La gazza ladra portava un sacchettino strabordante monete.
"Ecco, Dagun. Questa è la tua parte." affermò, estraendo dal sacchetto cinque monete e tendendo il resto al Nano.

Dàgun

"C-come sarebbe a dire la mia parte?"
Lui aveva partecipato puramente per gioco, e non desiderava un companso, e ora Luna gli offriva più di metà di ciò che spettava solo a lei!
"Luna, non posso accettarlo, questi soldi sono tuoi. Questo è l'unico modo con cui tu ti guadagni da vivere, io invece ho glà la mia scorta di denaro, mi basterebbe anche se dovessi fare tutto il giro di Tairis per tre volte."
Non aveva la minima intenzione di accettare quel denaro, oltretutto che non gli serviva, esso spettava ad altri.
E ricordati che sotto la maglia hai un tesoro che vale ben più di quanto si possa pensare.

Luna

Immediatamente il suo sorriso svanì, lasciando il posto ad un'espressione che si potrebbe definire da.. cucciolo abbandonato.
"Mi offendo se non li prendi.. se non prendi almeno la metà. Ecco.."
Si rovesciò nella mano metà del contenuto del sacchettino e la intascò, ma l'altra la porse di nuovo al Nano, con una sorta di disperata ostinazione.

Dàgun

Suo malgrado dovette accettare le monete. D’altronde, che poteva fare? Era solo una bambina, ma aveva una volontà degna di un valoroso guerriero. Anche se il suo aspetto non lo dava certo a vedere.
“D’accordo, ma ricordatelo! Troverò il modo per ripagarti. E non fare finta di nulla, perché noi Nani abbiamo una memoria più durevole delle montagne. Ora…”
Fissò velocemente la folla che si era avvicinata incuriosita, benché lo spettacolo fosse già bello che finito. Lo divertiva il pensiero di tirare fuori l’ascia e rincorrere qualche paesano per il gusto di fargli prendere un bello spavento.
“… Penso sia meglio salutare tutta questa gente e prepararci. Domani ci sveglieremo all’alba e potremo pensare a studiare la mappa. Allora, andiamo?”

Luna

Finalmente il sorriso tornò a tornarle le labbra, e il viso di Luna brillò come una stella.
"Fantastico! Ci penso io!"
Si voltò verso le persone che le si avvicinavano, ma lei le bloccò, facendo loro un elegante inchino, piegando al di sotto del corpo un braccio e tendendo l'altro al pubblico.
"Signori, per stasera la famosa coppia Luna e Astrella Horfeus si ritira! Siete stati fantastici, grazie di cuore!"
Si rialzò di scatto e immediatamente, con la mano piegata, lanciò in aria una manciata di polvere brillantinosa, che fece urlare un gruppo di bambini nei dintorni, per poi voltarsi verso Dagun, flashandolo con uno dei suoi sorrisi.
"Andiamo?" domandò allegra, prendendolo a braccetto.