| Luin
La luce dell'Alba cominciava ad illuminare fiocamente l'esterno, quando Luin aprì gli occhi. Ci mise una buona dozzina di secondi prima di rendersi conto di essere sveglia, e in quel brevissimo quanto inquietante periodo di tempo, sentì rimbombare nella sua testa i suoni del sogno che l'aveva stretta a sè fino ad un attimo prima: passi, passi di corsa, passi disperati. Suoi passi. Del sogno ricordava ben poco, rammentava solo un verde accecante, come un mare d'erba in movimento.. e lei che ci correva in mezzo, con il fiatone. Non era stato un incubo, ne era sicura, ma ne era rimasta spiazzata. Era come se aver parlato con Eogan della sua antica solitudine avesse risvegliato in lei i tristi ricordi che aveva citato: quel mare d'erba, il mondo, i fili d'erba, gli altri. E lei, unica creatura, sola e senza compagni, che correva attraverso la loro indifferenza, disperata. Contrariata si asciugò una lacrima, derivata da uno sbadiglio, e lentamente, con una certa pigrizia, alzò gli occhi a cercare Eogan. Lo vide che scriveva, piegato su una specie di quadernino, così si alzò piano dal letto, cercando di non fare rumore, come un gatto, e quando si trovò proprio alle sue spalle, gli fece scorrere le braccia attorno al collo, si piegò al fianco della sua guancia e gli chiese, all'orecchio: "Cosa fai?"
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