Enta - Città bassa

Gawain rispose alla fatina con un altro sorriso, il più sincero che avesse, e poi si lasciò cadere leggermente scivolare indietro sulla sedia.
"Dove diamine sarà andato a finire quel mio cugino? Sto cominciando a pensare che si sia trasferito.".

mikki

A mikki non sfuggì l'arrivo di un nuovo cliente, ma la locanda era già abbastanza affollato e non ebbe tempo di vedere chi fosse. Si avvicinò alla porticina che dava sulla cucina e lasciò dentro ben 5 biglietti. "la gente aspetta! Dove sono lo stufato e la zuppa per il tavolo 3!?" non rispose nessuno ma un impegnato garzone le mise in mano i due piatti appena pronti. "grazie". Si tenne la gonna per non farla impigliare in giro e uscì di nuovo in sala. Che bel tepore... O meglio, che bell'effetto stalla. Maly era inbambolata nella sala. Sperò non si trattasse ancora di gawain, per il resto della sera non voleva più sentire parlare di lui. Portò i piatti al tavolo che aveva affogato l'attesa nella birra. Un pò ne avea voglia pure lei. Si avvicinò finalmente a maly e le chiese con gentilezza se c'era qualcosa che non andava.

"È qui.".
Affermò solo questo, alzando il dito verso un tavolo presso l'entrata.
Fu l'unica cosa che disse; poi, riscossasi, si mise subito al lavoro.

Lisse

Alle parole di Gawain, si lasciò prendere dallo sconforto, cadendo nella borsa con un sospiro disperato.
"No, non possiamo aver fatto tutto questo viaggio inutilmente.. non sarebbe giusto."
Sapeva di avere una vocina piagnucolosa, ma era stanca, stanca e infastidita.

Gawain non aggiungeva niente, ma il rancore ed il fastidio del pensiero di aver fatto un così lungo viaggio per nulla.
Non sarebbe stato giusto. Lui e Lissi sarebbero stati condannati a rimanere separati.
Non poteva neanche pensarci. Una lacrima amara gli scivolò sul volto.

Mikki

Mikki guardó, guardó e vide seduto al tavolo il ragazzino. Questa proprio non era giornata per metterle davanti quella spina nel fianco. Ma ch aveva detto Maly? Che gawain e lisse erano importanti per il destino di Raun. Forse doveva andare a salutarli e così aiutare il destino del ragazzo. Forse poteva...
Ma che stava dicendo? Aiuta qualcuno e sarai legato a lui a vita, ergo no farlo.
Maly si stava occupando dei tavoli sul fondo della sala e pareva alquanto occupata, gawain invece stava li sconsolatamente appoggiato al tavolo, lisse probabilemrnte dentro la borsa. Se andava da loro a prendere l'ordinazione l'abrebbero riconosciuta, ma Maly era turbata dalla loro presenza.
che indecisione! Che devo fare?!, si trovó a chiedersi incessantemente. Poi senza piu nessuna voglia di pensare si diresse da Maly. Lei avrebbe capito il suo problema.

"Sei indecisa sul cosa fare, eh? Ti capisco. So che non ti piace aiutare gli altri, ma prima o poi ti troverai a doverlo fare, presto o tardi. Se aspetterai ancora, potresti trovarti a farlo in una situazione ben peggiore di questa. Fallo subito, credo ti convenga.".
Disse tutto questo senza neanche voltarsi verso Mikki. Non ne aveva bisogno, in fondo.

Mikki

Sentì una fitta di risentimento nei confronti della franchezza di Maly, ma sapeva che aveva perfettamente ragione. Sbuffò senza ritegno e non tentò nemmeno di nascondere la poca voglia di farsi riconoscere da Gawain.
Che rottura il pidocchio.... Si mise il vassoio sotto braccio e si mise a posto il grembiule, voltando le spalle a Maly camminò facendo slalom tra i tavoli con letezza inaudita. Cozzò frose un braccio o due, ma voleva andare più lenta possibile. Arrivò davanti al tavolo e tuta la gentilezza che si era riproposta di usare andò a farsi benedire.
Si puntò una mano su un fianco e disse con il suo solito aspetto strafottente.
"Ehi pidocchio! Chi non muore si rivedee prutroppo..."

Gawain si svegliò di colpo appena sentì quella voce un po' sgraziata risuonargli nelle orecchie. Si rizzò di colpo sulla sedia, alzò gli occhi e vide davanti a sé Mikaila. Pensava di non incontrarla più ed invece eccola lì davanti a lui, con un grembiule ai fianchi ed un vassoio sotto il braccio.
"E tu che ci fai qui? Ci lavori per caso?".
Furono le uniche parole che gli uscirono dalla bocca, ancora mezzo esterrefatto.

mikki

Ma che gentile, quanto un vespaio sotto il letto. Si mise a fargli il verso "ciao Mikaila! ma che piacere rivederti Mikaila! Certo che la gentilezza non è proprio il tuo forte... E forse nemmeno l'intelligenza. " poi l'altra domanda... Che voglia di rispondere no guarda, non lavoro qui... Andarmene in giro con grembiule e vassoio è il mio nuovo passatempo. Che nervi. Ma trattenne la seconda sgraziata risposta. Notò la mancanza di Lisse.
"ma dai....hai già mollato la fatina rompiscatole?"

"Scusa, Mikki. È stata una giornata dura e tu eri l'ultima persona che mi sarei aspettato di incontrare. Comunque......" ed indica la borsa da cui fuoriesce la testolina rossa di Lissi, che fissa Mikaila con uno sguardo duro ed arcigno.
"Come mai ti sei messa a lavorare qui? Pensavo non fossi il tipo.".

Lisse

OH NO. Di nuovo lei.
Alla domanda di Mikaila, che udì chiara, Lisse fece spuntare la testolina dalla borsa, e la fissò irritata.
"Anche per te vale lo stesso.. la gentilezza non è il tuo forte." si limitò a sibilare, per poi risprofondare ringhiando nel suo rifugio.

Gawain non aggiunse altro, limitandosi ad inarcare il sopracciglio sinistro, con uno sguardo tra la sfida e "te l'avevo detto".
Sospirando con un risolino, si rivolse di nuovo a Mikki, chiedendole: "Comunque, perché sei venuta qui? C'è un'altra cameriera. Potevi delegare a lei. Immagino ci sia un motivo per cui hai fatto lo sforzo di venire da noi, visto quanto ti siamo simpatici. Allora?".

Mikki

" é così difficile pensare che l'altra cameriera fosse impegnata? E poi io assolvo al mio lavoro di locandiera, indifferentemente se il cliente sia un pidocchio o un fusto, chiaro?!"
Sbuffò. Ma come si poteva essere così presuntuosi e pieni di pregiudizio? Il fatto che lui fosse un pidocchio non le impediva di prendere la sua ordinazione.
"Allora prendete qualcosa...Bere, mangiare...ditemi, son qui apposta"
Tirò fuori con una mano il blocchetto.

"Portami il piatto del giorno con una brocca d'acqua, per favore. Ma a una porzione piccola, non ho molta fame, grazie.".
Detto questo trasse di tasca dei fiori colti durante la giornata, prese quello che gli sembrava il più ricco di polline e lo infilò nella tasca della borsa.
"Tieni. Se hai fame, Lissi.".
Fatto questo, si lasciò nuovamente ricadere indietro sulla sedia, socchiudendo gli occhi, così da poterlo riposare.