La Grotta

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Gigan
view post Posted on 17/2/2010, 15:21




Vikhem


Si muoveva silenzioso, pressando appena la neve su cui camminava. Lo scricchiolio era paragonabile a quello di due esseri umani. Vikhem si teneva spesso lontano dal Paese di Forochel, c’erano poche risorse lì. Solo roccia, ghiaccio, qualche animaletto da cacciare. Però questa volta era diverso. Si sentiva seguito, avvertiva tensione nell’aria. Aveva paura, subito pensò a loro, le Ombre. L’incubo di sua madre tornò a tormentarlo. In trentotto anni non se ne era dimenticato, il ricordo non si era affievolito. Come aveva potuto… Un pensiero futile… E lei era morta…
Si riscosse. Non aveva tempo per pensare al passato. Doveva scappare. Balzò in aria con uno scatto leggero e aprì le ali. Non aveva idea di come fossero fatte le Ombre, forse erano piccole come un umano, forse erano grandi il doppio di lui. Non aveva la minima voglia di saperlo. Mosse le ali e cominciò ad alzarsi, volando verso le montagne di Netra. Cominciava a odiare quel suo stile di vita, una continua fuga dalla realtà. A volte desiderava della compagnia, ma un’altra parte di sé rifiutava categoricamente una vita normale. Era come se volesse pentirsi eternamente di quello che aveva fatto. A volte, però, si rendeva conto della sua esagerazione, ma qualcosa sempre lo frenava a tirarsi avanti. Chissà com’era la vita vera, amici, non avrebbe più dovuto scappare…
Ancora a fare questi pensieri stupidi! Dovrei pensare a fuggire, piuttosto. Mi sono alle calcagna.
Un’altra volta si era ritrovato a fantasticare. Quel frammento della sua anima ancora voglioso di libertà aveva fallito di nuovo.
Mentre volava verso est, qualcosa si mosse tra la neve. Una figura nera, che stonava nel candore del paesaggio.
Vikhem aveva pensato bene.

Dopo due giorni di viaggio ininterrotto giunse nel Paese delle montagne. Sentiva quella sensazione da una dozzina di giorni, da quando aveva lasciato Lach. Non voleva voltarsi e indagare, provava un profondo terrore verso le Ombre, secondo lui non erano altro che esseri senza cuore, senza pietà, uccidevano per il puro piacere di farlo. Ora aveva un motivo in più per fuggire da tutto quello che lo circondava. Ma non ce l’avrebbe mai fatta.
Trovò una grotta e si sistemò lì per riposare. Si accovacciò e iniziò a riflettere, dalla sua partenza dalla terra dei vulcani fin lì.
Il suo continuo vagabondare l’aveva trasportato fino in quel luogo saturo di vapori e montagne fumanti. Aveva trovato uno spazio aperto ancora non contaminato dallo zolfo che impregnava l’aria, ma doveva andarsene di lì. Era una delle sole due Terre nelle quali metteva piede di rado, perché considerava difficile sopravviverci. Infatti, da quanto era entrato nei confini di Lach, non aveva visto un essere vivente, solo qualche pianta all’inizio del tragitto. Ma c’era di peggio. Lumbar. L’unico Paese in cui Vikhem non fosse mai stato. Ogni volta che si avvicinava a quella Terra sentiva un forte senso di pericolo, che gli dice che deve allontanarsi di lì. Una sorta di sesto senso che ha imparato a far evolvere nei suoi anni di solitudine. È questo che lo ha guidato quando perdeva l’orientamento. Sta per spiccare il volo, quando lo sente di nuovo. Sente delle presenze, sente la stessa sensazione di quando si avvicina pericolosamente a Lumbar. Stavolta, però, è diverso. La paura non è dilatata su tutto il terreno, è concentrata in delle figure. Qualcuno lo stava seguendo, e quel qualcuno, o qualcosa, non aveva buone intenzioni.
Fu quando entrò nel Paese di Thil che prese una decisione. Voleva recarsi nel Forochel per decifrare meglio lo stato d’allerta che lo seguiva da qualche giorno. Quando doveva meditare si recava sempre nel Paese dei ghiacci, lì tutto era silenzioso, sembrava che oltre all’acqua anche il tempo si fosse congelato. E allora aveva iniziato il suo viaggio fin lì. Forse, però, Forochel non era il posto migliore dove rimanere per tanto tempo. Ed ora era lì, in una grotta di cissà quale dei monti di Netra, affamato e al freddo. Se solo avesse saputo sputare fuoco…
Non aveva mai curato quella sua abilità, tanto che ora aveva dei dubbi sul fatto che i draghi di Golas potessero farlo.
Cercò il sonno per parecchi minuti, ma la sensazione era fissa, sempre uguale, ossessiva, non lo lasciava dormire. Cercò di tranquillizzarsi.
Tranquillizzati, Vikhem, tranquillizzati. Sono solo su queste montagne, nessun altro essere potrebbe mai arrivare fin qui, nemmeno…
Il pensiero fu tranciato di netto quando vide con la coda dell’occhio una figura nera muoversi velocemente. Si alzò di scatto, tese l’udito. Passi leggeri. Evidentemente c’era qualcuno nella grotta, e non voleva essere sentito. Vikhem ebbe paura. Una paura diversa da sempre. Un misto di paure. Paura delle Ombre, paura che forse qualcuno era lì per ucciderlo, paura di rientrare nel mondo normale.
Si alzò di scatto. Provò ad annusare l’aria. Sentiva un odore strano, indescrivibile. Un odore acre, quasi pungente, leggermente acidulo e nauseabondo, che gli ricordava qualcosa. Ebbe un tuffo al cuore. Le Ombre erano lì, era lo stesso odore che aveva sentito la notte di trentotto anni prima. Lui le temeva perché non le conosceva, erano ignote per lui e gli avevano distrutto la vita. Annusò di nuovo. Un altro odore si era fatto strada tra quel puzzo di malvagità. Odore di simili, di altri draghi.
Osservò l’entrata della grotta. Un drago bianco stava planando veloce verso la caverna. Un misto di emozioni lo travolse come una frana: felice, perché aveva trovato un altro drago, qualcuno con cui iniziare una nuova vita, ma era anche spaventato, perché credeva di avere dimenticato tutto, come si vive, come si pensa, e aveva paura del contatto con estranei. Pensò che in quel momento la cosa giusta da fare fosse solamente salvarsi la vita. Si mise in posizione da combattimento, mentre inquietanti figure nere sbucavano da dietro le rocce e la sagoma bianca si avvicinava sempre più.


Edited by Gigan - 4/3/2010, 18:11
 
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DragoBiancoZanar
view post Posted on 17/2/2010, 16:24





Drago senza nome

Non sapeva dove si trovava.
Aveva inseguito le Ombre fino a lì, ma non sapeva proprio dove era finito. Non aveva mai minimamente immaginato quanto fosse grande il mondo al di fuori del suo territorio. Perché ormai era sicuro di esserne fuori.
Aveva volato per giorni, nutrendosi con quello che trovava, verso terre sconosciute, solo per distruggere quelle creature. Ormai era bravo a farlo, tutta la sua vita fino a quel giorno era stata una caccia alle Ombre nel suo territorio. Ma quelle avevano qualcosa di strano, che lo aveva indotto a inseguirle, allontanandosi dalla sua casa. Era come se a loro non importasse niente di quella grossa massa bianca che le seguiva dal cielo. Di lui si erano accorte, ma qualcosa di più urgente le spingeva avanti.
E lui sapeva che se era così importante poteva avere a che fare con altri esseri viventi e pensanti. Aumentò la velocità.

Era sulla strada giusta.
Il putrido odore delle Ombre quasi nascondeva quello di qualcosa, qualcosa di nuovo per lui.
Eppure era un odore familiare, come se lo sentisse tutti i giorni, tutte le ore, sempre.
Improvvisamente capì: era un odore simile al suo, l'odore di un altro drago.
Quasi cadde per l'emozione di aver finalmente trovato un altro essere come lui, ma riuscì a mantenere l'equilibrio pensando che quelle Ombre erano almeno una decina e il drago sconosciuto era solo.
Vide una grotta circondata dalle Ombre e un essere verde e alato al suo interno. Puntò in picchiata quella grotta, artigli e zanne pronti a dilaniare, cuore pronto ad esplodere di felicità per aver finalmente trovato qualcuno come lui.

Il drago bianco si buttò con una fiammata dentro alla grotta, preparandosi allo scontro.
Senti l'orrido sapore della sostanza di cui erano fatte le Ombre entragli in bocca quando ne azzannò una.
Combatteva come non aveva mai fatto, ora che non lo faceva da solo. E anche quel drago verde si difendeva con rabbia, squartando quelle terrificanti creature.
 
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Gigan
view post Posted on 17/2/2010, 17:18




Vikhem



La battaglia durò parecchi minuti. Le Ombre saltavano fuori dal nulla, sembravano innumerevoli. Vikhem riuscì a vederle. Avevano le fattezze di un essere umano, ma sembravano più forti, ed erano costituite da una strana materia nera. Indossavano leggere armature e prima di attaccare i due draghi li fissavano sempre con occhi rosso sangue colmi di malvagità e odio. Il drago verde non aveva tempo per la paura, anzi, la stava combattendo in quel momento insieme al suo sconosciuto compagno. La lotta parve interminabile, e, una volta cessata l’ondata di nemici, i due si fermarono, fissandosi negli occhi, con il respiro affannato.
 
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DragoBiancoZanar
view post Posted on 17/2/2010, 17:32




DSN (Drago senza nome)


Il drago bianco non riuscì a dire niente.
Pensò che forse avrebbe dovuto presentarsi,ma non sapeva come fare, non avendolo mai fatto e non avendo un nome da far ricordare al suo nuovo compagno.
Non aveva un nome... Non aveva mai creduto che la cosa fosse importante, ma adesso gli sarebbe piaciuto dire:"Piacere, io sono ......"
Così rimase zitto, sperando che l'altro drago rompesse il silenzio.
Si sentiva davvero un idiota...
 
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Gigan
view post Posted on 17/2/2010, 17:44




Vikhem



Vikhem non aveva idea di come rompere il ghiaccio e il silenzio. Non sapeva più parlare come una volta. Provò a fare appello ai suoi ricordi, a quando giocava con gli amici, quando conversava con sua madre…
Sua madre… Decise. Sarebbe stato quello l’ideale che l’avrebbe spinto a continuare, a ricominciare, a combattere: vendicare sua madre. Tentò di articolare suoni, e fu in un certo senso felice nello scoprire con quale facilità le parole gli uscirono di bocca. «Non… Non avevo mai avuto bisogno di un compagno. Grazie. Il mio nome è Vikhem»
 
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DragoBiancoZanar
view post Posted on 17/2/2010, 22:01




DSN


"Prego, mi era parso che tu ne avessi bisogno di un aiuto. Inseguivo quelle creature da giorni. Repellenti..." volse lo sguardo verso il mucchio di orridi esseri che gia si stava decomponendo. "Comunque," disse guardando di nuovo Vikhem "Io sono... vengo da un lontano bosco, ho vissuto da solo fino a oggi, tu sei il primo essere pensante che incontro, apparte le Ombre. Neanche i miei genitori... l'uovo si è schiuso tra due rocce."
Lo guardò implorante"Aiutami! Non ho neanche un nome! Aiutami!" si sentiva un cucciolo piagniucoloso, ma non era importante.

Edited by DragoBiancoZanar - 18/2/2010, 16:55
 
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Gigan
view post Posted on 18/2/2010, 15:39




Vikhem



Non avrebbe mai creduto che sarebbe potuto essere così facile. Pensava di dover discutere a lungo, raccontare la propria storia e riguadagnare lentamente ciò che aveva perso. Invece ora si trovava davanti un drago come lui, che non aveva nulla ed errava disperato tra le terre di Tairis. Si capiva subito dallo sguardo che il drago bianco assunse quando implorò Vikhem. Lui sospirò. «Pensavo di essere solo a questo mondo, invece ho trovato te, anzi, tu hai trovato me. Siamo compagni di sventura. Raccontami la tua storia e io ti racconterò la mia, e ci aiuteremo a vicenda»
 
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DragoBiancoZanar
view post Posted on 18/2/2010, 17:02




DSN


Il drago bianco non aspettava altro da quando era nato.
"Come ti ho detto, ho sempre vissuto da solo, senza conoscere i miei genitori e, a dirla tutta, non mi è mai importato di loro. Vivevo in un bosco ricco di selvaggina con un piccolo fiume per dissetarmi. E' a otto giorni di volo costante da qui.

Nella mia vita c'erano solo caccia al cibo e caccia alle Ombre. Le ho sempre odiate, ho sempre cercato di distruggerle tutte, ma ogni tanto me ne scappava una, ma io non la inseguiva se usciva dal mio territorio. Ma quelle" e indicò quel che restava delle ignobili creature " avevano qualcosa di strano... Lo 'sentivo' che seguivano qualcosa, o meglio, qualcuno..."
Guardò il cielo fuori dalla grotta e vide un nuvolone che si avvicinava rapidamente.
"Se ti va" disse poi rivolto di nuovo a Vikhem "ora puoi raccontare la tua storia. Ma sappi che stasera pioverà, quindi dobbiamo decidere anche cosa fare, se rimanere nella grotta o andarcene bagnandoci, non che per me sia un problema."

Edited by DragoBiancoZanar - 18/2/2010, 17:26
 
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Gigan
view post Posted on 18/2/2010, 20:41




Vikhem



Il drago verde non sapeva cosa stesse provando in quel momento, se gioia o tristezza, oppure rabbia o ancora nostalgia. Raccontare, secondo lui, fu la cosa migliore da fare. Cominciò la sua storia esitando di tanto in tanto «Io… Io sono nato a Golas… Trascorrevo un’ esistenza felice con la mia famiglia… Ma… Un giorno… Sono arrivate le Ombre… Hanno ucciso i miei amici… La mia casa distrutta… E hanno ucciso mia madre…» Calde lacrime di tristezza disperata cadevano lentamente dagli occhi di Vikhem «Da quel giorno fuggo. Non so da cosa, credo dalla perdita di tutto o forse dalla realtà, ma anch’io coltivo lo stesso odio che hai tu delle Ombre. L’unico segno del mio passato è questa cicatrice.» E mostrò l’occhio destro al drago bianco, che la osservò con curiosità e ammirazione. «È stata un Ombra a farmela. Quando la inseguii e scoprì il cadavere di mia madre. È strano. Così come miracolosamente mi salvai si salvò anche il mio occhio, ma, come puoi vedere…» Da quando l’Ombra gli aveva inflitto la ferita Vikhem aveva acquistato uno strano segno particolare: l’iride dell’occhio era cambiata. Mente l’occhio sinistro era rosso come dalla nascita, quello destro era di un blu acceso. Si riscosse dai ricordi e scrutò il cielo. «Sta per piovere… Sì, lo vedo… Ma preferisco bagnarmi le squame piuttosto che darle in pasto a un’Ombra. Muoviamoci.» Vikhem si fermò di scatto. Aveva sentito dei passi. Subito si mise all’erta. Ma non erano passi di un’Ombra. Erano più cupi e veloci.
 
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DragoBiancoZanar
view post Posted on 18/2/2010, 21:08




DSN


Il drago bianco rimase molto colpito e affasscinato dalla storia di Vikhem. Aveva sempre pensato di essere la creatura più sfortunata della terra, ma quel drago verde gli faceva molta concorrenza. Trovare il cadavere di sua madre doveva essere stata un'esperienza terribile. Lui non l'aveva conosciuta la sua, non poteva saperlo.
Ripensò meglio al discorso di Vikhem: Golas? Cos'era Golas?
Stava per chiederglielo, ma un rumore di passi lo distrasse. Piccoli passi, non di Ombre, non di draghi, di qualcosa di diverso e sconosciuto. Un misto di paura, emozione e curiosità si impossessò di lui: emozione, perché avrebbe conosciuto nuovi esseri pensanti; curiosità, perché voleva sapere come potevano essere fatti gli altri esseri; paura, perché non sapeva le intenzioni di questa creatura.
In posizione di combattimento si concentrò solo sul difendere il suo nuovo compagno, apparentemente più giovane.
 
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Gigan
view post Posted on 4/3/2010, 18:10




Vikhem


Non comparve nulla dalle rocce. Vikhem andò avanti per controllare, ma non trovò nulla. Forse era stato un animale, anzi, era molto probabile.
Il suo compagno lo guardò interrogativo, ma lui si voltò e disse «Era solo un animale, andiamocene prima che compaiano altre di quelle maledette… Creature infernali…»
Detto questo, balzarono dall’entrata della grotta diretti verso la foresta ai piedi della montagna.

I draghi avevano appena lasciato la caverna. Una piccola figura nera scruta l’entrata coi suoi piccoli occhi rossi. Si siede con le gambe incrociate, formula qualche parola in una lingua sconosciuta, non è né elfico, e nemmeno un incantesimo convenzionale. Dalle sue mani fuoriesce un fumo rosso che si concentra in una piccola sfera.
Poi l’Ombra si concentra sul globo, mormora «I draghi sono nella foresta. Serve esca. Attaccare città.»
 
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DragoBiancoZanar
view post Posted on 10/3/2010, 14:38




DSN

La pioggia cadeva fitta e annebiava leggermente la vista.
Il drago bianco aveva ancora il sapore delle Ombre in bocca, così si rigirò, volando a pancia all'aria, le fauci spalancate, per prendere un po' d'acqua.
Poi si rimise dritto, si sciacquò la bocca e sputò.
"Orride creature..."mormorò
Poi si rivolse a Vikhem:"E adesso? Quali sono i tuoi piani? Io non ne ho. L'importante per me adesso è solo non tornare mai più alla solitudine in cui vivevo prima. Se vuoi posso seguirti, aiutarti di nuovo se necessario. Altrimenti... Bhe, andrò a cercare le altre creature di questo mondo, mi piacerebbe vederle tutte"
'Anche se preferirei rimanere con te' pensò.
Non aveva mai saputo quale fosse il vero significato della parola "amico", ma sentiva che Vikhem sarebbe riuscito a farglielo comprendere.
Ma Vikhem non fece in tempo a rispondere che una freccia passo velocissima sopra la sua testa e colpendo in pieno un'ala del drago bianco.
Il drago fece un ruggito tremendo. "Altre Ombre!"
Arrivaono molte altre frecce, che colpirono un po' le sue ali un po' le dure scaglie che gli ricoprivano il corpo. Il dolore era fortissimo, e volare peggiorava solo la situazione. "Scappa Vikhem, io atterro!"
Il drago bianco non si voltò neanche per controllare se Vikhem era effettivamente scappato, si buttò in picchiata verso la foresta sottostane, sperando che il non doverle più usare avrebbe ridotto il dolore alle ali.

Edited by DragoBiancoZanar - 21/3/2010, 15:28
 
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Gigan
view post Posted on 28/3/2010, 20:33




Vikhem


Appena usciti dalla grotta il drago bianco parlò con Vikhem dei suoi progetti per il futuro, chiedendogli se rimanere o no con lui. Il drago verde era in un certo senso stupito. Erano uguali, loro due, soli, e uno di loro chiedeva all’altro la possibilità di avere sua compagnia. Provò a ribattere, ma una freccia sfiorò il capo del drago bianco e gli si conficcò in un’ala. C’erano altre Ombre sotto di loro e pronte ad ucciderli. Il compagno di Vikhem si buttò in picchiata e gli disse di scappare. E lui rimase immobile in aria, sospeso solo dalle ali, a pensare. Ormai aveva trovato chi aveva inconsciamente cercato per trentotto anni, senza che nemmeno la sua anima volesse ammetterlo. Lo voleva lasciare così? Il drago bianco gli aveva ordinato di scappare, ma non poteva. E così, con una lieve sensazione di aver tradito, si gettò sul campo di battaglia. Aver tradito un amico.
 
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Gigan
view post Posted on 1/4/2010, 19:53




Continua in "La foresta - Paese di Netra"
 
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13 replies since 17/2/2010, 15:21   82 views
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