La prigione

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Kay93_
view post Posted on 22/6/2010, 20:35




Arrka

Avevva la testa che le stava per eslpodere.Aprì gli occhi e vide che il posto dove si trovava era quasi completamente buio .Provò ad alzarsi ma subito fu costretta a risdraiarsi,la testa le pulsava di dolore e aveva le vertigini.Ricordava vagamente cosa era succeso.ERa impegnata a combattere nell'assedio e,ad un tratto,era stata colpita alle spalle,proprio alla testa ed era svenuta.Da quel che poteva capire non si trovava in mani amiche "Che bellezza..." pensò amaramente. Dopo un pò riuscì ad alzarsi senza troppi problemi e si avvicinò all'unica porta della stanza e ebbe la conferma di ciò che si aspettava:era in una cella. "Dannazione!" imprecò ad alta voce. "Arrka? Sei tu?" quella voce la fece rianimare:Mork! C'era una piccola finestrella che affacciava sulla cella accanto,Arrka corse verso di quella e si sporse,sorrise di gioia vedendo suo fratello ancora in vita "Mork!!" lo chiamò entusiasta.


Mork

Dopo uno spaventoso risveglio aveva fatto rapidamente il calcolo delal situazione e aveva capito di essere in cella.Poco dopo aveva sentito la voce di sua sorella provenire dall cella accanto l'aveva chiamata e ora erano uno di fronte all'altra,separati però da sbarre e cemento "Arrka...come ti senti??" le chiese preuccupato
 
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Kay93_
view post Posted on 9/7/2010, 11:14




Arrka

Quel posto era orrbile.Fuori non c'era nemmeno la luce di una fiammella,solo i raggi della luna illuminavano la cell sua e di Mork.Nei corridoio si sentivano sempre discorsi fatti di sibiliii sommmessi: erano finiti in una prigione gestita da ombre.Arrka non sapeva nemmeno in quale città si trovasse,aveva provato a sbirciare fuori dalla finestra ma non aveva riconosciuto nulla.Tuttavia non si era lasciata prendere dallo sconforto: un modo per uscire c'è sempre,è sempre stato questo il suo motto e lo seguirà anche stavolta. "Arrka dobbiamo organizzare qualcosa" le disse Mork quasi le avesse letto nel pensiero "Sto pensando...." rispose lei pacata.

 
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view post Posted on 30/7/2010, 22:03
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Baialìa. Questo nome era molto famoso nel paese di Falan ed era conosciuto in tutta Tairis come lo era Karin. Questa grande città portuaria era molto potente, aveva stabilito rotte commerciali via mare con innumerevoli altri porti in tutto il paese e si era spinta oltre, riuscì a stabilire contatti commerciali con altre piccole città marittime situate sulle coste del resto di Tairis. Baialìa era talmente potente da essere temuta da molti a causa delle storie che si raccontavano sulla sua immensa potenza bellica. La città era sì molto potente, ma a parte le guardie necessarie per la sicurezza e gli intrepidi marinai che scortavano a bordo delle navi da guerra i vascelli mercantili nei lunghi viaggi Baialìa non disponeva di un esercito regolare. Tuttavia l'aura di potenza che questa città emanava era sufficiente ad intimorire qualsiasi condottiero e Lord che preferirono non provocare mai la grande furia dell'esercito Baialìano. Anche i generali delle ombre temevano la reputazione che si portava dietro quell'esercito, temprato da centinaia di battaglie ed esperto negli scontri campali quanto in quelli marittimi mai toccata e continuò a vivere tranquilla per molto tempo.
La vita tranquilla dei cittadini era destinata a finire, come quella di molte altre città. Un generale delle ombre decise infatti di vedere con i propri occhi questa grande potenza, si diceva che l'esercito di Baialìa fosse sempre schierato nella piazza centrale, pronto ad intervenire al minimo segnale di scontro, e si infiltrò nella città nascondendosì nell'oscurità. Dopo due giorni e una notte il generale uscì dalla città e scoprì che le storie narrate erano solo menzogne. Adirato e determinato a non lasciare che la città la facesse franca radunò un enorme esercito di ombre e attaccò la città due giorni dopo lo smascheramento. Baialìa fu colta di sorpresa poichè non si sarebbe mai aspettata un assedio e specialmente non era ben difesa. Le ombre si riversarono sulle grosse mura di pietra bianca della città, unico vero e grande orgoglio dei cittadini, raggiunsero rapidamente il grande porto, lo distrussero e da lì chiusero in un cerchio mortale l'intera città fino ad uccidere ogni singolo cittadino. Nessuno rimase in vita abbastanza da poter raccontare ciò che aveva visto in quel giorno di battaglia. Ma in qualche modo la notizia della disfatta di Baialìa rieccheggiò in tutta Tairis, probabilmente per il fatto che sulle fondamenta della città rasa al suolo le ombre eressero una prigione, una grossa fortezza prigione, essa era la tappa finale dei prigionieri di guerra. Qui venivano uccisi oppure trasportati verso un'altra tappa, Lumbar, dove avrebbero subito delle pene peggiori della morte.


Era notte, il cielo era carico di nuvole che coprivano le stelle come uno spesso manto nero, solo la luna era abbastanza luminosa da riuscire ad illuminare fiocamente la terra, dandole una colorazione bluastra e nera che, assieme alla brezza gelida di mare, dava all'ambiente un aspetto tetro. Le macchie di bosco si confondevano con la grande pianura, mentre le ombre erano un tutt'uno con l'oscurità di quella notte. Il vento si era alzato, spirava dal mare.
" Ci sarà un bel temporale. "
In questo mare d'oscurità le mura di quella che una volta era Baialìa si stagliavano con il loro bianco spento, come la torre del faro dal proprio scoglio. Colore che una volta rappresentava la potenza di una grande città, ora tradivano ciò che proteggevano. La fortezza prigione delle Ombre fu eretta dal generale che l'aveva espugnata, doveva fungere da prigione, da fortezza difendibile e da piccola città per le Ombre, tre cose che furono studiate bene dagli architetti e che riuscirono perfettamente. Furono mantenute le potenti ed estremamente robuste mura della città distrutta, persino i più esperti architetti ed ingegneri delle Ombre non capivano quali conoscenze fossero state usate per erigerle, non avevano trovato alcun progetto e se ci fosse anche stato non l'avrebbero trovato comunque dato che durante la battaglia tutto ciò che apparteneva alla città fu bruciato e distrutto, eccetto quelle mura apparentemente indistruttibili.

" Ehi tu! Cosa diavolo stai facendo?! " Un urlo proveniente dai cancelli principali della prigione ruppe il silenzio notturno. Un ufficiale delle Ombre stava strattonando una sentinella alquanto distratta, si era addormentata seduta davanti ai cancelli.
" Ma diamine! Cosa credete tutti? Che queste mura bastino a difendere una prigione?! " L'ufficiale urlò ancora e la sentinella allarmata scattò sull'attenti, le ci vollero qualche minuto per capire cosa stesse succedendo ma quando successe cominciò a temere per la propria vita.
" N-No, signore " Disse la sentinella ancora addormentata.
" Ricordate che senza guardie nessun posto si difende da solo! " Continuò l'ufficiale come se non avesse sentito la risposta della sentinella e questa volta si voltò anche verso l'altra che stava in piedi sull'attenti con la sua alabarda stretta nella mano destra.
" Guarda! " L'ufficiale indicò la sentinella che stava facendo il suo lavoro. " Quello è il comportamento da usare quando sei di guardia! "
La sentinella abbassò la testa mortificata e sempre più spaventata al pensiero di quello che le potrebbe succedere. " Sissignore, non capiterà più signore " Non sapeva cosa altro dire.
" Sarà meglio per te! O la prossima volta ti sgozzo nel sonno! " Concluse l'ufficiale e si diresse verso l'interno delle mura. Qualcosa attirò la sua attenzione, la sentinella che aveva indicato prima era sparita. " Cosa? " Disse l'ufficiale a voce alta, l'altra guardia si girò e notò anche lei l'accaduto. Entrambi si diressero verso la posizione in cui ci sarebbe dovuto essere un soldato, ad armi sguainate. " Signore? " Disse la guardia, come se fosse in attesa di ordini.
" Zitto, capra! Qui prima c'era un soldato. " Disse l'ufficiale alquanto nervoso. Si guardò intorno e si allontanò dal cancello per incamminarsi lungo la strada per qualche metro. " Bene. Soldato! Avverti il comando che abbiamo un disertore. " L'ufficiale si voltò ma scoprì con stupore che era sparito anche l'altro " Soldato? " Chiamò ancora, come se stesse giocando. Improvvisamente un rumore di rami spezzati lo fece voltare in direzione del margine destro della strada. Davanti ad esso si presentarono molti fusti d'alberi più scuri del nero e le loro fronde che sfumavano dal blu delle foglie più alte fino allo stesso colore scurissimo dei tronchi. " Chi va là?! " Ruggì l'ufficiale, ma non ebbe risposta. Altri rumori, altri ancora e poi silenzio totale. Le sue braccia cominciarono a tremare, la lama della sua spada sguainata e posta davanti a se sembrava essere diventata più pesante del normale, mentre la paura si impadronì del suo cuore pietrificandogli le gambe. Si guardò intorno con i suoi occhi rossi ma non scorse nessuno. " Chi c'è la? " chiese ancora, questa volta trasparì timore dalle sue parole. Improvvisamente sentì un rumore alle sue spalle e quando si voltò si vide davanti due occhi azzurri luminosi. Non fece in tempo ad aprire bocca o a reagire, potè soltanto vedere una luce più intensa avvicinarsi rapidamente.

Khastiana

Il corpo senza testa dell'ombra cadde a terra mentre la sua presa sulla spada si allentò fino a perderla. Nel silenzio della notte Khastiana potè sentire gli schizzi di sangue zampillare dal collo della creatura appena uccisa.
< Dall'oscurità sei uscito... > Khastiana si voltò verso i cancelli disattivando le sue lame psioniche. < ... e all'oscurità sei tornato > Quando concluse la frase il suo corpo sparì improvvisamente lasciando dietro di se solo un cadavere decapitato.
La sua missione era chiara. < Devi liberare alcuni uomini tenuti prigionieri nella vecchia Baialìa > Le aveva detto il suo datore di lavoro. < Non ti preoccupare per la loro incolumità, una volta liberati saranno in grado di muoversi da soli. > Aveva anche detto, in poche parole avrebbe dovuto semplicemente portarli fin davani a quei cancelli e poi avrebbe concluso. < Regole d'ingaggio? Al diavolo queste cose! Se qualche ombra si mette davanti a te eliminala. Anzi ancora meglio se riesci ad ucciderli tutti! > Questa parte le piaceva molto. Odiava le ombre e le sarebbe piaciuto molto fare una strage, ma doveva ricordarsi che l'obiettivo primario sarebbe stato liberare i prigionieri. Poi avrebbe pensato a come seppellire quel luogo. Si fermò qualche attimo davanti ai cancelli, nonostante fosse occultata poteva sempre sentire il vento freddo che vorticava. Guardò il cielo. < Si, sarà un bel temporale. > pensò distrattamente, poi attraversò rapida il cancello correndo verso la sezione dedicata alle prigioni. Aveva studiato a memoria la pianta dell'intera struttura, non le era stato difficile farlo, più che altro la incuriosiva come avesse fatto il suo datore di lavoro ad averla, ma alla fine non doveva interessarle più di tanto.

 
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Kay93_
view post Posted on 30/7/2010, 22:27




Arrka

Niente.In ben tre giorni di prigionia non erano riusciti a organizzare nulla per poter fuggire di lì.Sia Arrka sia Mork si sentivano storditi,probabile che le Ombre mettessero sonniferi nel cibo e nell'acqua che gli portavano.Ora stava nuovamente fissando fuori dalla finestra.Sotto si sè vedeva il mercato della città.sempre fiorente e pieno di gente.Ma quella era gente spaventata che non osava nemmeno alzare lo sguardo sulla prigione,figurarsi aiutare qualcuno a uscirne.Arrka però era preuccupata anche per altro inquel momento: era sera ma in cielo si scorgeva già la luna piena.Quella notte si sarebbe trasformata in una licantropa.Si morse il labbro infriore,pensierosa.Quella situazione era gioà abbastanza difficile senza i l peso del segreto che si portava dietro ma ora....Non c'era scelta.Doveva dire a suo fratello la verità.Prese un respiro profondo "Mork....ti devo dire una cosa molto importante..." cominciò,aveva intenzione di farsi chiedere "Che cosa?" ma una volta incominciato a parlare non riusc' più a trattenersi "Poco prima che venissi a cercarti mi è successa una cosa. Era nel bosco,stavo tornando a casa.....ma sono stata morsa.Da un lupo mannaro. Capisci bene da te...ora io sono come lui......................." finì il discorso e si voltò verso la cella del fratello attendendo un risposta;tuttavia dall'altra parte c'era un silenzio assoluto. Si avvicinò incerta alla fiestra che dava sulll'altra cella "Mork?" lo chiamò con voce insicura.


Mork

E quindi era giunto i lmomento.Sapeva che sarebbe arrivato ma non si immaginava di certo che sarebbe avvenuto in quella situazione.Ascoltò il discorso di Arrka e poi restò in silenzio per cercare le parole giuste."Mork?" Arrka lo chiamò con voce incerta. "Avvvicinati alla finestra" le disse risoluto andando anche lui verso le sbarre.Qaundo Arrka fu abbastanza vicina le prese le mani."ARrka...devo dirti una cosa anche io. Può darsi che dopo tu non mi voglia più vedere...ma se non collabboriamo potremmo non uscire vivi da questo posto.Tu sai quanto tengo a te,vero? Ma se ti sei traformata già una volta sai che nella forma di lupo i licantropi non si possono controllare.Ebbene...anche io sono stato morso.Stavo venedo da te a chiderti aiuto..ma ho calcolato male i giorni,l luna piena è sorta vicino Terim.......sono io il licantropo che ti ha morsa" disse in un soffio.
 
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view post Posted on 30/7/2010, 23:47
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Il cortile della vecchia Baialìa era una piazza, molto grande, dove ogni giorno mercanti sostavano per vendere le proprie merci, ve n'erano tante di queste piazze all'interno della città ma quella situata all'entrata era la più frequentata. Con la ricostruzione effettuata dalle Ombre le piazze sparirono praticamente tutte mentre altre subirono pesanti modifiche, come quella dell'entrata. Al posto della grande piazza ora vi era un cortile abbastanza grosso, era quadratico, con una strada a sinistra rispetto al cancello che portava alla città, mentre a destra vi era un'interruzione nelle mura che delimitavano l'area del cortile quadrato, un portone di ferro che segnava l'inizio delle prigioni. A guardia vi erano due ombre minori armate di lancia e di un'armatura leggera, una di esse custodiva le chiavi del portone. Una volta superato esso, vi era una lunga scalinata scavata nel terreno e ricoperta di lastre di pietra, giunti alla fine si estendeva un lungo corridoio. Ai suoi lati vi erano molte celle, ad ogni coppia vi era una guardia ed esistevano corridoi parallei ed uguali a quello centrale, collegati tra loro tramite dei piccoli corridoi perpendicolari. La prigione si estendeva in altezza e per passare da un piano all'altro bisognava usare una delle scale a chiocciola presenti alla fine di ogni corridoio, dalla parte opposta alle scale che portavano al portone di ferro. Più si saliva e più i prigionieri erano importanti, quindi vi era anche un numero maggiore di guardie. Per così tante celle disponibili solo una guardia per piano aveva la chiave che le apriva tutte.

Khastiana

Il cortile era vuoto, troppo vuoto per attraversarlo tranquillamente senza essere vista. Le guardie al portone avrebbero notato una certa distorsione nell'ambiente e si sarebbero immediatamente allarmate. Khastiana doveva escogitare qualcosa per avvicinarsi. Si guardò intorno inginocchiandosi vicino all'entrata, in posizione tale da poter vedere la zona d'interesse, portone e guardie. Anche se il cortile era vuoto, il muro che portava, passando da destra rispetto al cancello, al portone aveva un porticato con colonne molto spesse e non era illuminato, probabilmente fu ritenuto uno spazio inutile, così lo trascurarono.
" Fatale errore. Spesso bisogna dare importanza alle cose insignificanti. " Pensò Khastiana e con un rapido scatto si infilò sotto il porticato portandosi rapidamente al portone.

" Che diavolo! Ehi. Hai mai desiderato essere in prima linea piuttosto che qua? "
" Certo che si! Odio questa maledettissima prigione. E odio i turni di guardia! "
Le due guardie stavano parlando tra loro, discutevano su cosa fosse meglio, morte in battaglia o turno di guardia lontano dalla guerra. " Evidentemente si sono scordati degli orrori della guerra " Pensò Khastiana.

< Khastiana! Corri! >
La situazione di stallo era caduta, a sfavore degli Eterei. Khastiana voleva lottare ma specialmente non voleva lasciare suo padre solo a combattere contro gli Illuminati, la forma completa degli Eterei. Un gruppo di dodici Eterei e lei erano riusciti a convogliare alcuni Illuminati in un corridoio talmente stretto da costringerli a passare uno alla volta. Ogni volta che uno entrava nel corridoio attirato da alcune esche, tra cui il padre di Khastiana e lei stessa, altri uscivano da alcune vie secondarie ancora più strette e con le loro lame psioniche facevano a pezzi ogni Illuminato. La situazione sembrava poter reggere e Khastiana cominciava a nutrire speranza di vittoria.
Era tornato il silenzio, poteva sentire il suo cuore battere rapido e la fatica degli altri nella sua mente. Tutti erano tesi e pronti a ricominciare la mattanza e furono accontentati. Improvvisamente il silenzio fu rotto dall'urlo di un Illuminato, come ogni volta quell'urlo squarciò la mente di tutti gli Eterei ma ormai avevano imparato a sopportare quel dolore. Immediatametne Khastiana e suo padre si lanciarono sguardi di intesa e, attivato l'occultamento si lanciarono in avanti verso il nemico. A pochi metri da esso si rivelarono facendolo ululare dalla furia e tornarono di corsa al punto da cui erano partiti con la creatura che gli inseguiva. Alcuni Eterei videro Khastiana correre veloce e sparire rapidamente dalla loro vista ridotta a causa dei muri e poco dopo si lanciarono tutti contro l'illuminato che, colto alla sorpresa, cominciò a scagliare scariche spioniche tutt'attorno a sè. Durante lo scontro purtroppo morì un Etereo ma l'Illuminato fu ucciso e sparì con una fiammata blu. Subito Khastiana esultò e gli altri la imitarono. Ma in quel momento i due edifici che creavano la via sulla quale erano morti tanti Illuminati esplosero disintegrandosi. Dopo attimi di confusione per tutti fu chiara una cosa, gli Illuminati avevano capito la strategia. Gli undici guerrieri rimasti si sparpagliarono, alcuni tentarono di colpire il gruppo di Illuminati apparso all'improvviso alle spalle, altri tentarono un attacco frontale mentre altri cercarono riparo dove riuscirono a trovare. In tutti i casi ormai la difesa era stata rotta e uno ad uno tutti i guerrieri cominciarono a morire. In quel momento il padre di Khastiana si voltò verso di lei e le urlò di fuggire. Lei non voleva andarsene ma aveva paura di affrontare gli Illuminati in campo aperto, erano troppo potenti per lei. Rimase immobile, con l'occultamento disattivo e lo scudo abbassato. Le lame sfrigolavano di energia psionica, come se la spingessero ad attaccare e a lottare fino alla morte, ma gli ordini di suo padre erano diversi. Lui non voleva che rischiasse la sua vita in quello scontro impossibile da vincere, l'aveva capito e percepito tramite il legame speciale che l'univa a lui. Non sapendo cosa fare rimase inorridita a guardare i guerrieri che aveva imparato a chiamare "fratelli" morire sotto le scariche psioniche degli Illuminati. Mentre urla, esplosioni e altri rumori si attutivano diventando echi in lontananza sovrastati dal rumore incessante del suo cuore pulsante. Dopo attimi di tensione totale il padre la scosse violentemente e le urlò di nuovo di andarsene. Khastiana si era ripresa e con le lacrime agli occhi si liberò dalla presa del padre correndo via. Non avrebbe abbandonato lo scontro, ma si sarebbe allontanata da suo padre, come egli le aveva appena chiesto di fare.


" Maledetti prigionieri! Ma da quando ne facciamo?! "
" Hai ragione, quando ero in prima linea non si lasciano superstiti, tutti quanti venivano ucc... "
Improvvisamente la testa della guardia rotolò lontana dal suo proprietario mentre il corpo cadde a terra come un sacco di patate. La seconda guardia osservò sorpresa il fatto e non ebbe il tempo necessario per gridare l'allarme che un lampo blu li perforò il costato e risalì il corpo fino al cranio. La guardia cadde a terra con metà corpo diviso in due.
< Mi avevate seccato > Mormorò Khastiana, poi prese le chiavi dal cadavere e aprì il portone cominciando a scendere lungo le scale.
 
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Kay93_
view post Posted on 31/7/2010, 11:54




Arrka

"Sono io il licantropo che ti ha morsa..." Quella notizia le arrivò al cuore come una pugnalata.Spalancò gli occhi,sorpresa e tentò di allontanarsi ma la presa di Mork sulle sue mani era forte e venne trattenuta."Lasciami!!!" gli ordinò con una voce leggermente isterica.Mork obbedì e lei si allontanò guardandolo torva.Avrebbe volutoi chiedere "Perchè?" ma sapeva che era inutile.Aveva sperimentato di persona la furia omicida che si provava in forma di lupo,sapeva che il fratello non aveva colpa di quello che era successo.Eppure si sentiva ferita."Avrebbe potuto stare più attento" pensò ma subito dopo si rese conto che non era quello a turbarla.ERa il fatto che sarebbe rimasta per sempre un lupo.L'unico modo per tornare normale sarebbe stato uccidere Mork ma lei preferiva morirre piuttosto che fare ciò."Mork...tu ..tu non hai colpa di ciò che è successo...ma ora dobbbiamo trovare un modo per uscire a questa situazione e tornare normali"

Mork


"Lasciami!!!" gli urlò Arrka e lui fu costretto a lasciarla andare.Conosceva bene la sorella e sapeva che spesso reagiva male.Le lasciò il tempo per calmarsi e per riflettere e sperò vivamente che lo perdonasse.Se non avessero collaborato per uscire di lì sarebbero morti.Mork...tu ..tu non hai colpa di ciò che è successo...ma ora dobbbiamo trovare un modo per uscire a questa situazione e tornare normali"
disse infine Arrka e Mork ne fu molto sollevato. "Ovviamente lo troveremo...grazie Arrka" le disse semplicemente.Non erano tipi molto sentimentali loro. All'improvviso ebbe un'idea: potevano sfruttare il fatto di essere licantropi. "AScoltami...abbbiamo una possibilità.Tra poco ci trasformeremo e saremmo fuor controllo sì,ma molto più forti. è l'occasione propizia per fuggire..tu che ne pensi?"

Arrka

"Penso che dobbiamo provarci!" approvò con entusiasmo la proposta di Mork
 
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view post Posted on 31/7/2010, 13:14
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Le scale di pietra portavano al piano interrato della prigione. I prigionieri qui tenuti erano coloro che sarebbero stati presto uccisi, trasportati verso Lumbar o coloro che erano moribondi e che non sarebbero mai riusciti a fuggire. La prima cosa che si poteva vedere conclusa la scala era un lungo corridoio largo almeno tre metri e alto quattro. Le porte delle celle erano fatte con un metallo resistente ma tendente ad arruginirsi rapidamente in quel luogo umido e freddo. Le pareti erano illuminate da grosse torce poste tra ogni cella, mentre quest'ultime erano illuminate da due fiaccole più piccole poste su due muri. Vi erano guardie stanziate ogni due celle e un'altra guardia che pattugliava per intero il corridoio, avanti e indietro. Così era anche per tutti gli altri corridoi del piano interrato. Ai piani superiori cambiava specialmente il fatto del numero delle guardie, del tipo di materiale con cui erano fatte le sbarre delle celle, il tipo di illuminazione che era sempre più lasciato alla luna e al sole, il numero di finestre presenti e l'altezza del soffitto che all'ultimo piano era molto alto e adornato con volte a crociera e una grande vetrata rossa che chiudeva la lunga feritoia presente poco sopra le scale a chiocciola.

Khastiana

L'obiettivo si trovava nel piano interrato, circa a metà del corridoio centrale, erano cinque celle poste due a sinistra e tre a destra, cinque prigionieri in totale da salvare. Semplice, se non fosse stato per il fatto che vi erano troppe guardie e troppe luci accese per poter agire tranquillamente, anche con l'occultamento attivo.
" Pensare, pensare, pensare " Khastiana si era fermata una volta messo il primo piede sul pavimento del corridoio, lo guardò per tutta la sua lunghezza contando il numero di guardie e la quantità di torce che illuminavano l'intera area. Studiare la pianta della prigione voleva dire sapere tutto anche su turni di guardia, vie di fuga e altre piccole cose che da sole potevano sembrare futili ma se combinate in un certo modo potevano dar vita ad una strategia fatale e di successo. Uno dei punti deboli principali della prigione era il fatto che non vi fossero guardie che pattugliassero attraverso le vie perpendicolari, perciò praticamente non vi era comunicazione tramite i vari corridoi quindi l'unico modo per agire indisturbata era...eliminare qualsiasi ostacolo su quel corridoio. Guardò le pareti, le torce e notò anche l'accesso della via perpendicolare. Le venne un'idea.
" Finchè sto al buio non mi vedranno, quindi le torce sono mie nemiche. " Khastiana fece qualche passo in avanti mettendosi precisamente nel centro del corridoio. " Guerra psicologica. " Pensò distrattamente e si lanciò a zig-zag in avanti spegnendo ogni torcia con un passaggio rapido delle mani, si sarebbe ustionata forse, ferite che sarebbero guarite però.
Man mano che si avvicinava le torce si spegnevano rapidamente e le guardie più vicine cominciarono ad allarmarsi ma senza capire cosa fosse. Una dopo l'altra le guardie cadderro nell'oscurità più totale e dei versi sommessi seguivano il continuo spegnersi di luci. Dopo alcuni minuti tutto il corridoio cadde nell'oscurità illuminata solo in corrispondenza delle celle, dove c'erano le torce all'interno. Il silenzio era rotto solo dai sussurri dei prigionieri che si chiedevano cosa stesse accadendo.
< Harit? Sei tu Harit? >
Un uomo si spaventò sentendo una voce penetrargli nella testa, guardò a vuoto nell'oscurità cercando di scorgere qualche figura ma non vide nulla. Si allontanò dalle sbarre.
< Si, sei tu. >
Una luce si accese, una fiamma che portò alla luce una creatura orribile e un cadavere a terra, Harit non l'aveva mai vista prima.
" Cosa sei?! " Chiese spaventato.
< Colei che ti farà uscire da qui. > Disse la creatura. In un istante un lampo azzurro fece a pezzi le sbarre che tenevano Harit prigioniero. Egli dopo un po' di esitazione uscì con un ghigno in faccia. " Eheh, non so chi diavolo sei ma ti ringrazio. "
La creatura senza rispondergli accese alcune torce con quella che aveva in mano e fece a pezzi le sbarre di altre quattro celle. Harit riconobbe i suoi quattro compagni stupiti e si avvicinò a loro abbracciandoli.
" Veramente, non so chi sei ma ti ringrazio, anzi. Ti ringraziamo tutti di cuore. " Disse di nuovo Harit, questa volta era proprio riconoscente.
< Non dovete ringraziare me. Tornate a casa ora, le urla degli altri prigionieri attireranno altre ombre. > Disse Khastiana sentendo gli altri prigionieri imprecare e supplicare di essere liberati. Non ci sarebbe stato tempo per pensare a distruggere la prigione.
" Certo. Spero di rivederti un giorno...chiunque tu sia. " Disse ancora Harit e poi fuggì assieme ai suoi compagni. Khastiana rispose con un cenno della testa e poi attivò le lame e cominciò a liberare tutti i prigionieri che potè.
 
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Kay93_
view post Posted on 31/7/2010, 19:31




Arrka

Un gran trambusto veniva dai piani inferiori. "EHi! Che dimine succede?" ulrò uan guradi fuori dalla sua cella.Rumore di passi veloci "DEi prigionionieri!! Qualcuno li sta feacendo scappare! Abbiamo bisogno di riforzi!". Dunque qualcuno stava aiutando le personaa fuggire..forse avrebbe salvato anche loro.."Arrka! Ci siamo!" le giunse la voce di MOrk dall'altra cella.Proprio in quel momento la luna piena raggiunse la posizione più alta nel cielo e i raggi illuminarono tutta la cella.Arrka cadde a terra,stringendo i denti e ringhiando.Come la volta precendete la trasformazione fu orribile e dolorosa e di nuovo Arrka diventò una ferocissima lupa,assetata di carne e sangue.
La lupa si alzò da terra,non ebbe dubbi su cosa doveva fare :sfondare la porta e cercare prede.Indietreggiò fino al fonod della cella e poi corse verso al porta,ci si abbttè con tutto il peso e la scardinò.Tuttavia la porta rimase attaccata e non cadde. "Ma che diamine....." la guardia non fece in tempo a completare la frase che Arrka sfondò la porta e gli cadde addosso ringhiando feroce.L'uomo urlò ma un secondo dopo si ritrovò i denti dellla lupa infilati in gola e spirò.Un ululato di gioia sfguggi dalla gola di Arrka con il muso infilato nel sangue.Presto un altro ululato la raggiunse: suo fratello. Si voltò e lo vide: un altro lupo nero come la notte,grosso quasi il doppio di lei che faceva banchettto del cadavere di altre due guardie.Arrka emise uan sorta di uggiolio per invitare il compagno a scendere ai piani inferiori e trovare altre prede e così fecero.


Mork

Anche lui come Arrka aveva sentito che dei prigionieri stavano fuggendo.Tuttavia questo non poteva cambiare il loro piano,lmancavano pochi secodni alla trasformazione."Arrka ci siamo!" avvertì la sorella un attimo prima di essere colpito dai raggi della luna.Dopo dei mesi era abituato alla trasformazione e ne sopportò il dolore.Durò qualche minuto e,quando finì,u nlupo delle dimensioni di un grande armadio sfondò la porta della cella.Mork affondò i denti nelle gole e nelle pance delle guardie armate che gli vennero contor.Che gioia immensa!.SEntì un ululato e vide sua sorella che sbranava una guardia.La lupa più piccola lgli chiese di scendere di sotto,cosa che lui accettò di buon grado.Ululnado ferocemente si lanciarono in corsa ai piani inferiori.
 
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view post Posted on 31/7/2010, 21:21
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Khastiana

Le urla di gioia dei prigionieri liberati erano troppo forti, le ombre ormai avevano sicuramente sentito il trambusto e si sarebbero fiondate tutte in quel corridoio.
< Non c'è tempo! Uscite, veloci! > Urlò mentalmente Khastiana mentre continuava a correre e a fare a pezzi con le sue lame le sbarre delle celle. Ogni tanto riusciva a sentire un ringraziamento, altre volte esclamazioni di felicità ma spesso vedeva solo persone che distrattamente cominciavano a seguire la folla verso le scale. < Le scale! > Improvvisamente Khastiana si ricordò di un particolare che le era sfuggito. Una delle vie che collegava i corridoi si trovava proprio all'inizio del corridoio, davanti alle scale. Se le ombre si fossero messe lì avrebbero fatto una strage di uomini ed era una strategia prevedibile.
Distrusse le ultime due celle e si rese conto di trovarsi alla fine del corridoio. < Qualcuno prenda le armi delle guardie morte! > Urlò nella mente di tutti i prigionieri. I due che aveva appena liberato la guardarono e annuirono prendendo uno una lancia e l'altro una spada, le fecero un cenno e si misero a correre verso l'uscita. Khastiana li stava guardando correre quando dei rumori risuonarono dalla scala. Sentì due ululati agghiaccianti e delle urla di terrore. Qualcosa di pericoloso si era liberato nei piani superiori e non le piaceva per niente. Le soluzioni erano diventate due: sfondare la difesa delle ombre e fuggire da lì prima che quel pericolo arrivasse su quel piano, oppure aspettarlo e affrontarlo o lasciare che distruggesse le ombre " Uccideranno anche i prigionieri mi sa! " Penso Khastiana. Si, non si poteva rischiare, avrebbe fatto di tutto per far uscire coloro che aveva liberato da quella prigione e avrebbe affrontato anche le creature che si trovavano nei piani superiori se fosse stato necessario.
< Apriamo le danze. > Disse Khastiana e cominciò a correre rapida verso l'entrata della prigione.
Superò di corsa molti prigionieri che bene o male cercavano di correre verso la salvezza, in quel momento Khastiana sentiva tutta la loro speranza nella sua mente, i ricordi dei dolori passati e ricordi che facevano male internamente, famiglie distrutte, smembrate, uomini che avevano visto le persone che più amavano morire e poi che erano stati catturati. Ma qualcosa, tra tutto quel mare di ricordi, la fece turbare. Alcuni stavano ricordando torture subite e altre strane cose che lei avrebbe chiamato "esperimenti " , era questo che lei non capiva e di conseguenza le tornarono in mente le parole delle due guardie all'entrata.
" Le ombre non fanno prigionieri " Pensò sommessamente. Aveva uno strano presentimento, ci doveva essere qualcosa di oscuro e pericoloso dietro questo improvviso cambio di "abitudini " , qualcosa che non poteva capire ma che sarebbe stato sicuramente orribile. Dopotutto quel posto doveva cadere in rovina, anzi, doveva sparire del tutto. Ma come? Non aveva visto alcun tipo di esplosivo utilizzabile e di certo non poteva usare le sue lame psioniche per qualcosa di così grosso come quella fortezza. Era inutile, quel posto sarebbe rimasto in piedi e avrebbe continuato con le sue oscure pratiche.
Delle urla interruppero le riflessioni di Khastiana, davanti a sè vide tre file di guardie delle Ombre schierate in formazione di difesa, con le lance abbassate ad altezza del busto e balestrieri nelle ultime posizioni. Una formazione perfetta, contro nemici come i prigionieri, stanchi e disarmati ma non contro un Etereo.
Khastiana attivò lo scudo e qualche istante dopo una fila di frecce si infranse su di esso. Saltò fin toccando il soffitto con una spalla e piombò tra le ombre come una stella cadente sulla terra resa nera dalla notte evitando le lance delle prime file. Subito ci fu panico tra le guardie della prigione che si sparpagliarono mentre Khastiana menava fendenti a destra e a manca uccidendo più ombre possibili. I suoi movimenti rapidi, le sue lame psioniche e lo scudo la rendevano un avversario troppo forte per quelle Ombre che avevano passato troppo tempo a giocare alla guardia e al ladro con i prigionieri, dimenticando come si lottava. Khastiana invece viveva con questo peso, lei doveva lottare, per tutta la vita, sia come stava facendo in quel momento che ogni giorno contro le sue emozioni.
" Khas mi preservi da me stessa " Pensò mentre continuava a lottare contro le Ombre abbastanza temerarie da affrontarla.
Improvvisamente qualcosa attirò la sua attenzione, sentiva la presenza vicina di qualcosa di grosso e pericoloso, delle urla di terrore affermarono le sue preoccupazioni. Si voltò verso la fine del corridoio e vide due grosse ombre che correvano verso di lei. Erano come l'apparizione della morte e di un suo servente, due grossi buchi neri di un'immaginaria maschera funebre, due squarci nel mondo materiale, due buchi che davano nel vuoto.
" Mannari" Pensò preoccupata Khastiana, le vite dei prigionieri erano seriamente in pericolo. Poco più avanti vide una persona familiare, era Harit, pietrificato e terrorizzato dalle due creature che si avvicinavano. Lui era il suo obiettivo e non erano ancora usciti dalla prigione, doveva proteggerlo, specialmente perchè in un villaggio che gli aveva rivelato dove si trovava c'era ancora la sua famiglia che lo aspettava ansiosamente. Lui aveva un motivo in più di molti altri di tornare a casa. Determinata a proteggerlo Khastiana balzò davanti a lui e puntò una lama psionica verso i due mannari.
 
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Kay93_
view post Posted on 31/7/2010, 21:50




Arrka

Scese rapidamente al secondo piano seguendo il fratello. Qui altre gurdie,armate di lance le corsero incontro,peccato per loro che quelle armi non erano che ramoscelli per un licantropo.Arrka le fece a pezzi con le zanne e poi fece fare la stessa fine ai loro proprietari.Lo stesso fece Mork.AL piano inferiore si sentiva un gra trambusto.Arrka aguzzò le orecchie: uomini,ombre e...qualcosa che non riusciva a identificare.Emanava delle onde mentali potentissime,Arrka righiò cupamente:sentiva un serio perciolo da parte di quella creatura sconosciuta.Abbaiò e trasmise a Mork il suo pensiero.L'altro lupo fu d'accordo con lei,tuttvai la curiosità li spinse a scendere al piano di sotto.

Mork


I cadaveri sventrati delle guaridie giacevano sotto le sue possenti zampe.Sotto c'era una gran confusione.Di certo c'erano motli umani,cosa che lo fece ululare di gioia.Ma c'era anche qualcos'altro che lo turbava,una creatura che no nriusciva a identificare ma che aveva una potenza mentale straordinaria.Sentì la sorella righire a la imitò.Si avverirono a vicenda del pericolo,poi decisero di scendere giù ed affrotnare la creatura.Con delle potenti flacate scsere al piano inferiore e lì la videro:era stranissima.Era una femmina,lo sentiva con sicurezza ma non avrebbe saputo dirne la razza.GLi puntava contro un'arma.Mork la fissò circospetto ma con gli occhi fiammeggianti di rabbia.Dietro alla creatura c'erano delgi umani,tutti avevano paura di loro e lui non vedeva l'ora di dargliene u nmotivo.Ma non poteva fare nulla se non toglieva quella cosa di torno. Si acquattò e comicniò ad avvicinarsi alla cosa righinado.
 
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view post Posted on 31/7/2010, 22:24
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Khastiana

Le due creature erano determinate a passare, ma l'avevano notata, infatti quello più grosso si era acquattato e si stava avvicinando con circospezione. Khastiana aveva capito che quel mannaro l'avrebbe attaccata appena ne avesse avuto l'occasione, in quel momento si trattava di far vedere chi doveva avere rispetto. Come tra alcuni animali si stabilisce il più forte da chi urla più forte, Khastiana doveva dimostrargli di non avere paura e di essere determinata ad ucciderlo a qualunque costo, anche quello di morire lei stessa. Sapeva che sugli animali le onde psichice che emanava avevano un effetto particolare, non sapeva se fosse la stessa cosa con un mannaro ma sperava che quelle onde lo stessero gia pressando altrimenti avrebbe dovuto lottare. Quando il mannaro cominciò ad avvicinarsi Khastiana si mosse con la lama sinistra puntata verso di lui. In quel momento la strategia migliore era avvicinarsi alla creatura e tenere d'occhio la seconda, era più piccola però poteva sempre risultare un grosso problema. Stare ad una certa distanza dalla bestia non serviva a nulla, le faceva solo capire che Khastiana rimaneva sulla difesa mentre invece voleva farle recepire un altro messaggio, più aggressivo. Khastiana doveva far credere al mannaro che cercava ardentemente lo scontro e che era determinata a morire per ucciderlo. Cominciò ad avanzare lentamente ed emanò un impulso psichico verso entrambi i mannari.
< Ulula! Ringhia e io farò altrettanto! > Urlò Khastiana emanando un altro impulso psichico.
 
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Kay93_
view post Posted on 31/7/2010, 22:34




Mork

La creatura emanò un'onda psichica tanto potenta da farlo inditreggiare.Righiò furibondo.Purtroppo il nemico che aveva di fornte sembrava davvero potente e intenzionato a combattere seriamente.Tuttavia sentiva dei passi svelti dai piani superiori e capì che stavano arrivando delle guardie.Anche delle ombre a giudicare dei sibili.Lui e sua sorella erano ai piedi delle scale e se fossero arrivate delle guradie armate si sarebbero trovati tra due fucohi.Abbaiò alla sorella "Aggiriamolo" le disse in quel modo.

Arrka

La creatura che stava davanti a loro era davvero minacciosa.Mork sembrava in netta difficoltà e questo la intimidì,suio fratello era molto più grosso e potente di lei,sen on poteva affrotarla lui non ce l'avrebbe fatta nemmeno lei.L'altro lupo le fece capire che era meglio aggirare la creatura e fuggire da qual luogo dalle mura così robuste.Mork balzò e oltrepassò la creaura,Arrka lo seguì e con un salto suoerò il loro nemico,anzi la loro nemica,volandogli sopra la testa.Gli uomini cominciarono a urlare spaventtati ma in quel momento a loro interessava solo la fuga.
 
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view post Posted on 1/8/2010, 10:57
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" Avanti guardie! Dei prigionieri stanno fuggendo! Scattare scattare! " Gli ufficiali radunatosi si erano fermati vicino alle scale del primo piano, incitavano e radunavano tutte le guardie disponibili e le convogliavano sulle scale.
" Che diamine succede? " Una guardia, richiamata mentre stava facendo il suo classico turno di guardia, aveva raggiunto il corridoio principale del primo piano, qui incontrò un'altra guardia e cercò di capire il motivo di cotanto allarme. La prigione era grande, non tutti erano stati partecipi degli eventi accaduti.
" Due mannari si sono liberati dalle celle superiori e stanno facendo una strage. In più alcuni prigionieri del piano interrato sono riusciti a liberarsi e non sappiamo ancora come " Rispose quella continuando a correre verso le scale.
" Mannari?! Dannazione... " Pensò intimorito colui che si era voluto informare. Improvvisamente delle urla lo fecero scattare verso le scale, impugnava stretta la sua lancia.

La situazione stava peggiorando, le guardie stanziatesi davanti all'entrata si erano sparpagliate ed erano state quasi tutte uccise, ma dai corridoi paralleli stavano arrivando nuovi rinforzi e anche dai piani superiori. Tutte le guardie della prigione stavano convogliando nel punto di pericolo, molti lo facevano perchè speravano in uno scontro dopo tanto tempo di "riposo" .

Khastiana

Gli impulsi psichici avevano avuto effetto. Il mannaro si era reso conto della potenza di Khastiana e sembrava che stesse ripensando sul da farsi. Harit non si era mosso da dove era, era terrorizzato e Khastiana non poteva dargli torto, due mannari assieme avrebbero spaventato anche lei, per fortuna sapeva come controllare le sue emozioni in questi casi. C'era qualcosa tra i due mannari però, Khastiana percepiva un forte legame tra i due, qualcosa di più forte dell'amore, come se uno non potesse esistere senza l'altro. Forse non era così, ma quella sensazione che Khastiana percepiva le consentiva di poterlo ipotizzare. In quel momento le venne in mente che conosceva un legame simile, lo conosceva bene perchè era lo stesso che c'era tra lei e suo padre.

< Accidenti Khastiana concentrati! >
Addestramento per Templari, forse una delle cose che più odiava Khastiana. Esso comprendeva stare fermi e fare molta meditazione, serviva per rafforzare la mente, potenziare la psiche ed amplificare i propri poteri e capacità sensoriali. Ma Khastiana si sentiva una guerriera pura. Un zelota, colui che lotta in prima linea, armato con le lame psioniche e il suo coraggio. Ma Muatun, suo padre, sapeva che lei aveva un potenziale maggiore. In quel momento però Khastiana si era distratta, aveva interrotto il legame psichico con l'ambiente circostante a causa della sua poca voglia di impegnarsi e quella volta Muatun si era arrabbiato, le aveva tirato un colpetto sulla testa richiamandola. Khastiana si era offesa. " Io voglio solo combattere maledizione! " Pensò scocciata.
< Ho capito che vuoi solo lottare... >
Khastiana si sorprese, suo padre poteva leggere nella sua mente?
< ...e lo farai, stanne certa! Combatterai al mio fianco e non come soldati ma come padre e figlia. Ma devi capire che tu hai un potenziale maggiore, qualcosa che gli zeloti non hanno, qualcosa che solo coloro che diventano Templari hanno. Ma tu sei un passo più avanti di tutti loro. Sei forte e determinata come gli zeloti, ma hai anche la pazienza e la mente di un Templare... >
Quelle parole Khastiana non le aveva mai sentite, suo padre si stava rivelando non come il guerriero forte e freddo, ma come un padre che vedeva delle potenzialità nel proprio figlio e che voleva che le sfruttasse, poteva sentire la fierezza nella sua mente mentre stava parlando. Tra il cuore duro del guerriero e l'anima buona del padre c'era quella fiducia incrollabile su di lei, su sua figlia.
< ...Se tu riuscissi ad unire le abilità dei Templari con quelle degli Zeloti non solo diventeresti una macchina da guerra inarrestabile, ma saresti in grado di percepire il mondo in una maniera diversa, lo vedresti sotto punti che nessun altro Etereo potrebbe mai vedere... >
Khastiana abbassò la testa, quelle parole non erano quelle che si sarebbe aspettata da suo padre, erano le parole di un guerriero.
< Khastiana! Devi capirmi! Io voglio che tu possa vivere una vita migliore della mia e di tutti gli Eterei! Con l'addestramento necessario potrai farlo. E non parlo di guerra questa volta, se riesci a controllare i tuoi poteri sarai in grado di vivere in pace con te stessa e sarai tranquilla. Libera dalle pressioni che tormentano la nostra razza da generazioni. >
Ecco, quello era suo padre. Khastiana portò le mani sulle spalle di suo padre come anche lui aveva fatto sulle sue. < Continuiamo > Disse Khastiana.
Muatun annuì ed entrambi si chiusero in meditazione.
" E...grazie..." Pensò Khastiana, conscia del fatto che suo padre avrebbe sentito. In quel momento se Muatun avesse avuto la bocca avrebbe sorriso.


I due mannari balzarono sopra di lei e si precipitarono di corsa verso l'uscita. Khastiana li seguì con lo sguardo ma poi dovette voltarsi nuovamente quando le Ombre dei piani superiori cominciarono ad apparire dalle scale a chiocciola.
< Tutti fuori! > Urlò Khastiana, fece rialzare Harit e lo incitò ad andarsene.
Quando fu sicura che le uniche guardie fossero davanti a lei cominciò ad arretrare con lo scudo alzato e le lame attive. Il suo obiettivo era uscire dalla prigione, e così avrebbe fatto.
Alcune ombre la caricarono a lance spianate ma vennero eliminate una dopo l'altra da Khastiana che continuava ad arretrare. Altre Ombre si avvicinarono ed altre ancora, tutte si scontrarono contro l'Eterea e tutte quante morirono tragicamente, fatte a pezzi dalle lame psioniche. Khastiana si guardò alle spalle, i prigionieri erano tutti fuori.
< Bene. E' stato bello cari amici, ma ora devo andare. > Disse Khastiana. Improvvisamente disattivò le lame e i suoi occhi si illuminarono intensamente. Il suo corpo si levò da terra fermandosi a metà tra esso e il soffitto, in quell'istante dietro di lei il mondo sembrò contorcersi e piegarsi come uno straccio mentre delle scosse elettriche partirono da Khastiana e colpirono i muri. L'effetto durò qualche secondo, quando la distorsione si allentò fino a sparire in un baleno le Ombre sembrarono mettersi a ridere ma furono immediatamente colpite da fulmini psionici, raggi d'energia e sfere psioniche che li spazzarono via. Khastiana ritornò a terra e fuggì percorrendo a grandi falcate le scale dell'entrata.
< Dall'oscurità siete venute... >
La prigione cominciò a tremare e a crollare pezzo per pezzo.
< ... e all'oscurità siete tornate. >
 
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Kay93_
view post Posted on 1/8/2010, 12:09




Arrka

Correva a perdifiato lungo i corridoi di pietra.Improvvisamente si dovette femare e cominciò ad annusare l'aria:era esattamente come priam di un temporale: carica di elettrcitità.Sbuffò con il naso,sentiva che stava per liberarsi un'energia molto potente ed era meglio scansarsi.Vide delle ombre di fronte a lei,avanzavano mianacciose ma non la spaventarono,con un balzo si scaraventò contro una di loro e le mozzò la testa con un sol colpo.Una le arrivò alle spalle ma lei fu rapida e la colpì con le zampe posteriori,facendola cadere a terra,Mork la finì.Continuarono a combattere fino a che non ebbero fatto piazza pulita.Proprio in quel momento però le mura tremarono e dei pezzi cominciarono a cadere.Con un uggiolio spaventato Arrka e Mork cominciarono a correre verso l'uscita,vicinissima oramai.Finalmente la videro: la porta che conduceva al mondo di fuori e alla città.Arrka ululò di gioia,ma ben presto il verso si trasformò in un uggiolio di dolore:un masso le era caduto sulla zampa e la bloccava.Abbaiò e attirò l'attenzione del fratello,che corse ad aiutarla.


Mork

Poteva sentire gli odori della città riempirgli le narici.L'entusiasmo più totale si impadronì di lui,sembrava quasi scorrergli nelle vene mischiato al sangue.Sentì uno scricchiolio sopra di lui,Alkzò la testa e viden un pezzo di roccia che stva per franargli addosso,con un balzo agile lo scansò.Sua sorella però non fu altrettanto veloce,la sentì uggiolare e chiamare il suo aiuto,subito si precipitò da lei.Si scagliò contro la roccia,ma quella era daverro enorme e sismosse ssolo di qualche centimetro.Intanto tutto intorno corllava,se non si fosse sbrgiato sarebbe rimasto schiacciato.
 
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view post Posted on 1/8/2010, 12:30
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Khastiana

La prigione stava crollando su se stessa, il potere che aveva usato era stato talmente potente che aveva distrutto buona parte delle fondamenta facendo cedere l'intera struttura un pezzo alla volta.
Cominciò a percorrere rapidamente le scale riuscendo a mantenere l'equilibrio nonostante le forti scosse provocate dalle esplosioni delle rocce causate dall'eccessivo peso. Il soffito sulle scale stava crollando, grossi massi caddero sulla strada di Khastiana ma agilmente li evitò tutti, aveva stabilito un contatto mentale con ciò che la circondava e poteva prevedere i prossimi crolli della prigione.
Davanti a sè vi erano dei cadaveri, non li aveva lasciati lei. Poco dopo vide di nuovo i due mannari, il più piccolo era in pericolo, Khastiana riusciva a percepire la sua paura e il dolore per una certa ferita che da dove si trovava non poteva stabilire quale fosse.
" Cosa faccio? " Pensò Khastiana. Doveva uscire da lì ma l'unica via era occupata dai due mannari e sicuramente avevano gia percepito la sua presenza vicina. Si avvicinò lentamente e quando sentì il più piccolo lamentarsi per il dolore un turbine di ricordi le venne in mente. Tante volte aveva lottato, tante volte aveva visto i suoi compagni morire e la maggior parte di loro erano morti per questioni stupide, perchè non erano situati in posizioni critiche e pericolose da raggiungere. Poi suo padre, anche se era stato lui a dirgli di andare via si sentiva colpevole. Non doveva lasciarlo solo, forse insieme sarebbero sopravvissuti.
Guardando i due mannari si ricordò di tutto ciò e vide che quello grande non riusciva a spostare il masso. Basta, doveva prendere una decisione e l'avrebbe fatto subito.
Khastiana corse rapida verso i due, sperava che non l'attaccassero. Cercò di farli capire tramite la sua mente che voleva aiutarli. Senza sapere se avessero capito o meno il suo messaggio convogliò la sua energia e dalla gemma presente sul petto scaturì un raggio composto da tanti filamenti che avvolse rapido e sinuoso il grosso masso che bloccava la zampa del mannaro. I filamenti si strinsero sempre di più finchè il masso non venne sollevato da terra e sbriciolato.
Khastiana perse un secondo l'equilibrio quando i filamenti sparirono, aveva usato molta energia psichica per l'attacco precedente e stava cominciando a diventare debole. Decise di disattivare le lame e concentrare tutte le sue energie nello scudo e tornò ad avanzare rapida verso l'uscita.
 
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34 replies since 22/6/2010, 20:35   226 views
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