Verso Lach

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Gigan
view post Posted on 6/9/2011, 21:10




Dàgun

I Colli di Anadea non erano certo il posto ideale dove farsi una passeggiata. Era un luogo verdeggiante, ricco di vegetazione ma con pochi alberi, e al Nano aveva gradito avanzare tra l'erba delle colline che gi arrivava alle ginocchia, sembrava alleviare parte della fatica. Una volta giunto ai piedi dei Colli, però, si accorse che le cose erano ben diverse. Il terreno era fradicio, e a ogni passo gli stivali affondavano fino alle caviglie. Tutta colpa del fiume che scorreva poco lontano. Il verde si era infittito, e Dàgun non riusciva a scorgere il corso d'acqua. Malgrado ciò, continuò ad avanzare. Suo padre gli aveva chiesto di recarsi nel Lach, perchè erano giunte notizie di un repentino assedio alle Roccaforti a nord di Galir da parte delle Ombre. Lach non era certo impreparata, e l'esercito oscuro venne respinto con poche perdite. Barnun era comunque preoccupato, dato che a Galir abitava un suo cugino, e chiese a Dàgun di recarsi alla terra del fuoco. Ma il senso del viaggio non era solo questo. Da una parte, la volontà di Dàgun di viaggiare, e dall'altra un favore. Il cugino di Barnun era un grandissimo lavoratore di metalli e lavorava a stretto contatto con i ricchi commercianti di Tairis. Non forgiava armi, bensì preziosissime decorazioni e oggetti di uso comune. Pochi riuscivano a creare oggetti come lui. Una volta Dàgun aveva visto una sua opera: era una sorta di spilla a forma di serpente, al centro era incasnonata una pietra rossa splendente, perfettamente simmetrica e favolosamente intagliata. Il serpente era di un materiale argenteo, ma lavorato in modo unico. Se lo si puntava verso la luce, la zona colpita dai raggi acquistava sfumature verdognole e mandava riflessi dello stesso colore. Le squame erano talmente dettagliate e realistiche, che Dàgun avrebbe potuto pensare che si trattasse di un serpente vero, se non fosse stato per il rubino. Pareva che lavorasse il metallo a mano, minuziosamente, quando ancora era incandescente e malleabile.
Insomma, gli oggetti di questo Nano, di Hanner, erano estremamente preziosi. e Dàgun aveva il compito di portarlgi una pietra speciale. In una tasca, al sicuro, teneva una gemma azzurra, introvabile. Molti la chiamavano "Il Tesoro di Forochel". Era un minerale dal colore blu-azzurro, quasi trasparente, al cui interno erano sprpagliate pagliuzze bianche che ricordavano l'ambiente innevato. Una pietra molto rara, estraibile solo dalle miniere all'estremo nord di Forochel. Già un pezzo delle dimensioni di quello che Dàgun portava in tasca - dalla forma quasi sferica, grande quasi quanto una mela - sarebbe bastato a convincere duecento uomini a marciare verso la Torre di Bauglir disarmati, chissà un oggetto del genere nelle mani di Hanner! Quest'ultimo doveva creare un grosso gioiello d'oro e platino, con incastonata la pietra divisa in tanti pezzi. La desiderava un ricchissimo cavaliere, per portarla in dono alla regina del Lach. Questo affare gli sarebbe fruttato una fortuna, e Hanner promise che avrebbe dato un terzo del ricavato a Dàgun per la sua famiglia, prima della sua partenza. Il pensiero di tutto quel denaro accelerava i passi del Nano, ma non potè astenersi dal fermarsi ogni tanto e osservare qualche bel paesaggio. Era partito da Forochel, vicino ai confini con Netra. Per giungere a Lach c'erano due vie: la più breve, passare da Knefas e Thil, oppure camminare attraverso il Nen, poi Golas e Palan. Avrebbe optato per la prima, ma detestava Knefas, era un luogo troppo oscuro e sconosciuto. Oltretutto, sentiva che sarebbe passato troppo vicino al Lubar, e perciò scelse la via più lunga.
Ora era appena sceso dai Colli di Anadea, e il paese distava poche miglia a sud. Non aveva voglia di passare per il villaggio, qiundi fece una decisione. Avrebbe camminato verso sud-est, giungendo fino al fiume che sfocia nel Lago Azuria. Da lì avrebbe continuato seguendo il corso del canale. Una volta giunto al Lago lo avrebbe costeggiato sulla riva ovest e avrebbe continuato così fino a raggiungere il ponte per Terim. I suoi piani non andavano oltre.
 
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Gigan
view post Posted on 7/9/2011, 11:24




Dàgun

Aveva appena sorpassato un torrente ed era bagnato sino alle ginocchia. Attese sdraiato in un campo di asciugarsi almeno decentemente e riprese la marcia. Evidentemente era andato un po’ troppo a sud, infatti incontrò un largo sentiero calpestato, in mezzo ai bassi alberi che ormai si erano fatti più frequenti. Per quel che ne sapeva lui, da Anadea partivano due sentieri principali. Uno andava verso Est, svoltando leggermente a Nord, l’altro verso Sud dritto al lago Azuria. Probabilmente quello che aveva imboccato era il sentiero est. Decise di proseguire verso Est, appunto, lungo la strada battuta. Poco prima di attraversare un ponte l’avrebbe abbandonata per dirigersi a sud lungo il fiume. Dopo la camminata sulle ripide e tortuose montagne di Forochel, gli ci voleva proprio un percorso piano, liscio e senza massi alti il doppio di lui. Di rado però incontrava dei viandanti, che lo guardavano come stralunati.
Beh? Mai visto un Nano che passeggia?! avrebbe voluto dirgli in faccia. Ma preferì tacere e non degnarli di uno sguardo. Accelerò il passo.

Quando giunse il crepuscolo era a poco più di metà strada. Decise di addormentarsi prima, quella notte, per svegliarsi tre o quattro ore prima dell’alba. In questo modo sarebbe arrivato al punto in cui doveva deviare prima di mezzogiorno e forse non avrebbe incontrato altri seccatori. Era per questo motivo che non voleva passare dal villaggio di Anadea. Non si vedevano spesso Nani a Nen, o a Falan, o a Golas. In qualunque regione che non fosse Forochel, Netra o Lach. La sosta a Terim era una tappa obbligatoria, ma prima di allora non voleva fermarsi in nessun centro abitato.
Non si concedeva grandi pause durante il tragitto, si svegliava all’alba, raccoglieva le sue cose e partiva spedito fino a notte fonda. Si concedeva sei o sette ore di sonno, che per un Nano abituato a vivere sotto le montagne bastavano eccome. Uscì dal sentiero e trovò un piccolo spiazzo pulito, ricoperto da foglie secche e circondato da alberelli e arbusti. Si tolse di dosso il grosso zaino con i bagagli e lo appoggiò ad un albero. Lo aprì e prese una coperta di lana, si tolse l'armatura, appoggiò l'Ascia e Linurn di fianco a lui e si sdraiò al centro dello spiazzo. La terra era particolarmente morbida ma a differenza di quella che aveva calpestato ore prima questa era quasi polverosa. Girò la schiena e si addormentò fissando le stelle. Chissà cosa lo avrebbe aspettato? Giravano voci su strane creature a Nen.
Anche se fosse, tutta Tairis pullula di bestie sconosciute. Sono tanto a rischio qui quanto se fossi in mezzo al lago Azuria.
Chiuse gli occhi riflettendo. Perchè i Nani non sapevano nuotare?
 
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Gigan
view post Posted on 7/9/2011, 21:52




Dàgun

Si alzò molto presto e proseguì la marcia verso est. Raggiunse il fiume prima di quanto credesse e tagliò per il bosco. Si era svegliato di buon umore, sentiva che quel giorno avrebbe camminato per parecchie leghe. Iniziò a camminare ritmicamente, quasi trotterellando. Allungò la mano a lato della cintura, aprì un bottone che teneva chiusa una tasca e ne tirò fuori una manciata di foglie secche, dal colore rossastro. Le infilò in una lunga pipa di legno, la accese con un cerino. Ci soffiò sopra e lo buttò per terra. Iniziò a fumare allegramente. Osservava le nuvolette di fumo che si formavano quando espirava, e intanto procedeva spedito. Era indubbiamente un bel posto, e pensò che nulla avrebbe potuto intaccare la bellezza di quell'ambiente. Ma poi pensò alle Ombre. Aveva avuto a che fare con loro solamente una volta, durante una spedizione alla ricerca di un discreto tesoro che si diceva fosse sepolto a nord-est di Karin (che alla fine non trovarono, ma il viaggio fu piacevole). Non ci rimise la pelle nessuno, lui se la cavò con una lunga ferita su una gamba, suo cugino Makra si ruppe due dita della mano sinistra, ma per il resto nulla di grave. I viaggiatori vociferavano che le Ombre avessero da qualche giorno attaccato la fortezza di Karin, e che nella città si aggiravano strani individui, che presero parte alla battaglia a favore della Fortezza e diedero un grande aiuto per respingere le Ombre. Ancora meno tempo prima, un'altra armata, stavolta di uomini, aveva assediato la Prigione di Falan, poichè si era scoperto che questa era segretamente occupata dalle Ombre. Due vittorie di fila per Tairis, a quanto sembrava. Sperava di non incontrare alcun nemico durante il viaggio, ma in caso di eventualità teneva Zandazk alla cintola, e Linurn dalla parte opposta. Un Nano è inusuale a Nen, già. Ma se è ben armato, meglio prestare attenzione.
 
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Gigan
view post Posted on 8/9/2011, 20:10




Dàgun

Raggiunse il ponte di Terim in quattro giorni. Non si era mai spinto così lontano dai monti, eppure si sentiva a proprio agio. Piano piano si ambientava in quel luogo ricco di laghi e fiumi, che in fondo non era tanto male.
Prima di entrare nel villaggio si tolse l'armatura e la mise nel bagaglio. Quel grosso zaino era alto quasi quato lui! Infilò Linurn in una tasca laterale e si preparò ad entrare a Terim, ma tenne Zandazk ben stretta alla cintura, non si sa mai.


Continua in "Villaggio di Terim"
 
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3 replies since 6/9/2011, 21:10   64 views
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