| Luin
Sorrise al mago, illuminandosi tutta. "Non ti preoccupare, probabilmente riuscirò a stare sveglia con te." ribattè, ammiccando maliziosa. Eogan l'abbracciò, e poi si allontanò, verso il luogo in cui aveva lasciato i propri oggetti personali, e Luin sospirò: era un gran testardo, quel giovane uomo. Ormai erano legati, eppure non le diceva tutto, anzi. La maggior parte delle cose gliele teneva segrete. "Come se io non riuscissi a capire che non sta bene.." pensò, mestamente, mentre si avvicinava al fiume. Si accorse che per i suoi gusti, era fin troppo affollato, così si mise a cercare un punto in cui potersi sistemare in santa pace, senza destare attenzioni. Passò di fianco ad Arrka e le sorrise: non le aveva ancora rivelato nulla di quello che le era successo, che l'aveva trasformata in un secondo da una bambina ad una giovane donna. Costeggiò la riva del fiume, che scorreva placido, e si inoltrò di poco nel bosco a fianco della radura: voleva trovarsi un comodo luogo protetto, e dopo una ricerca attenta di circa dieci minuti, individuò una conca tra le rocce, sopra cui era cresciuto un enorme salice piangente, che formava una specie di tenda naturale. Sorrise e si insinuò nel piccolo spazio, sedendosi su di un sasso perfettamente levigato dall'acqua cheta che scorreva lì accanto. Si tolse la borsa, l'appoggiò al suo fianco e le diede un colpetto con l'indice sinistro. Eliene sbuffò e saltà fuori, con gli occhi accesi. "Va' pure a caccia." le disse lei, con un sorriso "Ho bisogno di un bagno." Il furetto sbuffò di nuovo, storse il naso, e sparì alla vista, come inghiottita dalla verzura lì accanto. Solo a quel punto Luin chiuse gli occhi e si rilassò completamente. Si appoggiò con la schiena alla roccia dietro e con le mani cercò l'allacciatura del suo abito, che non toglieva da almeno un mese. Arricciò il naso a quel pensiero. E a dire che all'Accademia ne cambiavo uno ogni poche ore.. come una specie di principessa.. Cominciò a slacciare i vari ed invisibili bottoncini sulla schiena, finchè riuscì abd abbassare il vestito sotto il seno. La fasciatura che glielo stringeva era ancora al suo posto. La ragazza scrutò torva quel pezzo di stoffa che le avevano insegnato a tenere fin da quando era entrata nell'adolescenza, da quando il suo corpo aveva cominciato a mutare. Nessuna maga che si rispetti può essere troppo vistosa, o piena di malizia. La sacra arte non può essere profanata dal germe della debolezza umana. Sì certo, ma così Luin si era sempre sentita di un'infantilità mostruosa. La libertà del suo corpo era sempre stata censurata. All'improvviso ribelle e vogliosa di sfidare la sua legge morale, si slacciò lentamente anche quella fascia stretta, e respirò a pieni polmoni quando finalmente il suo petto non ebbe altre ristrettezze che la pelle. Si strinse le braccia attorno al corpo, quando una brezza mosse debolmente i rami pendenti del salice, e sorrise, elettrizzata. Si alzò in piedi e si tolse l'abito, che gettò da parte, e si osservò critica: la sua pelle, su tutto il corpo, aveva un color latteo, perlaceo. Solo sulle braccia aveva delle imperfezioni, piccoli nei scuri, disposti in una serie di disegni complicati, e uno esattamente in mezzo al petto, un puntino ad indicare il cuore. Mosse cauta un piede verso l'acqua, e la sentì gelata. Meglio.. ho bisogno di schiarire la mente.. Avanzò nella corrente lenta ma gelida fino ai fianchi, e quindi prese un gran respiro, e si tuffò. Il paesaggio sotto la superficie era incantevole: il fondale era molto vicino, e ricoperto da pietre scintillanti di mille colori, sopra cui nuotavano alcune creaturine, tra cui pesci sulle gradazioni del grigio e qualche alga verdissima, che ondeggiava calma al ritmo delle acque. La ragazza sorrise, e nuotò verso il fondo, appoggiandosi ad esso, e chiudendo gli occhi. Quasi d'istinto portò una mano al collo, a cui pendeva ancora la sua pietra.. la pietra dei suoi antenati. Aprì gli occhi, nell'acqua, dopo un minuto, e si rese conto di aver ancora ossigeno a sufficienza.. come se non avesse bisogno di respirare. Strano.. pensò. Ma quel pensiero, più che stupirla, la rese semplicemente felice. Si portò entrambe le mani alla testa e raccolse i capelli, che avevano perso immediatamente quel grigiore polveroso ed orrendo. Alzò gli occhi, e vide che ondeggiavano proprio come le alghe. All'improvviso Luin ebbe l'immediata e violentissima sensazione di aver trovato il proprio elemento. Si sentiva così bene, là sotto, tutto sembrava così calmo, sereno, ovattato. Ci sarebbe rimasta in eterno.. Se la pietra non si fosse scaldata all'improvviso nel centro, e divenendo gelata tutti intorno. La ragazza emise un basso mugugnio, e se la staccò dal collo, senza però lasciarsela sfuggire nella corrente. L'avvicinò agli occhi, e la studiò con le sopracciglia aggrottate. Una runa si era illuminata.. di una bizzarra luce bluastra. La fissò con attenzione e quel ghirigoro a spirale lampeggiò, più forte che mai. All'istante, il rumore della corrente tutto intorno a lei, il guizzo dei pesci, l'ondeggiare delle alghe, insomma, la tacita canzone dell'elemento, sembrò sussurrare una parola. Luin sgranò gli occhi e delle bolle le uscirono dalla bocca socchiusa per la sorpresa. Quella parola si ripetè.. assomigliava ad un suono magico, qualcosa che non aveva mai sentito.. Dopo la terza volta, lei capì. Era il nome, di quella runa. Di quell'elemento. Idros.. udì di nuovo. Idros.. era quello il nome dell'Acqua, nell'antica lingua degli Elementari. Idros, Acqua. Luin sorrise e due lacrime le vennero strappate dalla corrente. Non glielo avevano forse spiegato, i suoi genitori, che ogni Elementare è legato ad uno dei quattro elementi, in particolare? Suo padre era stato Aria, sua madre Terra. Lei era Acqua. Emozionata e scossa, sia per aver scoperto di essere una creatura completa, sia per aver almeno decifrato la prima parola della sua lingua natia, riemerse lentamente, come una specie di ninfa. Si tirò a riva, finalmente ripulita e rinvigorita, i capelli fradici appiccicati al corpo in un abito color madreperla che le arrivava alle ginocchia. Si risedette sulla roccia di prima e chiuse gli occhi per un lungo istante, respirando a fondo. Si sentiva.. bene. Anzi no, benissimo. Era da tanto che non si sentiva così bene, in effetti. Riaprì gli occhi, e scoccò un'occhiata al suo abito, non proprio pulito come lei. Lo prese tra le mani e lo studiò critica. Oh beh, tanto fa già schifo così.. concluse, con un mezzo ghigno. Afferrò una mano e la strappò. Lo stesso fece con l'altra. Si ritrovò quindi un abito corto e senza maniche. "Sarà più comodo ora." sentenziò, tra sè e sè, soddisfatta. Mise da parte la stoffa blu che aveva ricavato e poi si riavvicinò all'acqua. Vi immerse l'abito e lo sfregò, in fretta e furia, accenendosi sulle macchie di sangue, che erano le più resistenti. Non sapeva bene come fare per lavarlo - un lavoro che non aveva mai fatto in vita sua - ma quando finì di ritrovò soddisfatta. Lo distese sul masso di fianco al proprio e tese le mani, asciugandolo con il calore che esse sprigionavano. Una volta completato il processo, lo sollevò e sorrise. Ora sono un po' più decente.. Riprese tra le mani la fascia per il seno e anche se ebbe un guizzo di protesta, la rilegò stretta attorno ad esso, anche se non più come prima, dopodichè indissò il suo nuovo e strano abito e si guardò in uno specchio d'acqua. Si trovò molto più presentabile di prima e soddisfatta, si legò i capelli in una coda alta sopra la testa e finalmente riprese la sua bisaccia. Fischiò, ed Eliene ricomparve tra i sassi, con un cipiglio serio e un passero tra i dentini acuminati. "Ehi, che caccia, Eliene." rise Luin, facendola saltare nella borsa. Il furetto emise un basso ringhio d'approvazione e assieme alla sua compagna ritornò al campo.
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