| Luna Astrella
Luna era felice. Molto felice. Beh, era difficile vedere Luna triste, ma in quel momento era veramente felice. Assai più del normale. E questo voleva dire solo una cosa: che lo spettacolo era andato bene. "Soldi, Tina, soldi!" esclamò allegra, saltellando da un piede all'altro seguendo una musica invisibile e facendo tintinnare il sacchetto di cuoio rosso acceso pieno di monete. La gazza ladra a cui si era rivolta gracchiò in risposta, appollaiata sulla sua spalla. "Stasera si mangia bene, te lo dico io!" Si bloccò all'improvviso, quando si trovò davanti l'inizio del bosco che avrebbe dovuto attraversare per dirigersi alla nuova città in cui avrebbe dovuto esibirsi, e strabuzzando gli occhi fissò un punto proprio di fianco a sè, all'altezza dei suoi occhi. "Astrella senti, di qui dobbiamo per forza passare, altrimenti non ci arriviamo più a Utimor e no! Non fare quella faccia! Astrella, per piacere! Oooh sei proprio insopportabile!" sbottò, sempre guardando il nulla, per poi riprendere a marciare tra gli alberi. La gazza ladra emise un gracchio divertito e si alzò in volo, appollaiandosi elegantemente su un ramo di pino. "Ah, cosa mi tocca sentire! Sei una fifona, ecco quello che sei, razza di paurosa che non sei altro! Come facciamo ad essere gemelle, io proprio non lo so." sbuffò infastidita, parlando a quello che pareva essere il vuoto. Aggrottò le sopracciglia alla probabile risposta della sorella invisibile. "Sì, c'era un'altra strada ma ehi! Io voglio arrivare in quel paese per stasera! Voglio mangiare. E anche Tina è d'accordo, vero?" Un altro gracchio divertito di approvamento. Luna sorrise. "Hai visto? Ehi ehi, è inutile che sbuffi, tanto ho ragione io! E poi in questo bosco non c'è nulla di spaventoso, dai! Non è ancora scesa la notte! Muoviti, rammollita!" Si rigirò appena in tempo per scansare un albero con un leggiadro movimento, e riprese a sorridere, come se non avesse fatto altro fino a quel momento. "Coomunque io direi che.." cominciò a dire, quando all'improvviso si azzittì, avvistando qualcosa tra gli alberi. Qualcosa di grosso, bianco e molto voluminoso. "Woooo!" esclamò tra se e se, per poi dire "Zitta, Astrella!" La gazza ladra atterrò silenziosa sulla sua spalla e il suo sguardo inquisitore si puntò sulla figura nascosta dalle fronde.
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