Sobborgo

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SatorArepo
view post Posted on 31/10/2011, 00:50




Arius

Venne ospitato da un essere che indossava un cappuccio, il cui volto era irriconoscibile. Per via di una maschera che indossava, pure la voce avrebbe potuto apparire all'orecchio di Arius leggermente storpiata, sicché egli non potesse capire a chi appartenesse la voce: era dunque chiaro che Arius, con quest'essere, aveva già avuto a che vedere: almeno, quello che comprendeva la sua mente paranoica era questo. La cosa buffa era che il committente con cui il sicario aveva a che fare in quel momento non aveva aperto bocca neanche un istante. A parlare al suo posto era un omuncolo di dubbia razza, somigliante per certi versi a un elfo del mare, ma basso come un nano. Arius era incuriosito da quel buffo essere, il cui accento era, però, chiaramente nano.

La conversazione avvenne dunque tra il Sator e l'omuncolo. I patti erano chiari: uccidere un poco noto mago sospettato di doppiogiochismo, al fine di eliminare i dubbi e non far molto rumore, in cambio di un'ingente somma di denaro. Fin qui nulla di poco chiaro. Arius sapeva anche come uccidere i maghi, non aveva problemi grazie alla sua falce magica; tuttavia non l'avrebbe mai reso noto né all'omuncolo, né al committente: le sue doti segrete le doveva tenerle nascoste a tutti.

Finalmente l'uomo parlò: la sua voce era, come previsto, offuscata dall'impedimento della maschera, ma Arius riuscì a stabilire comunque l'età dell'essere. L'età, ma non l'accento: sembrava infatti parlare un misto di idiomi, a causa dei quali non era possibile riconoscere un accento ben preciso; il linguaggio, d'atra parte, era ibrido di vari gerghi e arcaicizzante. Non fu difficile per il sicario capire che fosse un ulteriore stratagemma, al fine di non farsi riconoscere. In ogni caso, decisiva fu la frase che quest'essere pronunciò: "Bene, Sator, ti metto alla prova. Ti darò un leggero anticipo subito, se ucciderai chi ha acquisito informazioni circa questa conversazione poc'anzi avvenuta tra noi". Sentite queste parole, il Sator, al fine di fare scena, come suo solito, si voltò di scatto, come ci fosse qualcun altro a origliare la conversazione, pur restando consapevole di chi potesse essere la probabile spia; infatti si rivoltò immediatamente, estraendo un pugnale dalla veste, e tagliò la gola all'omuncolo, che si accasciò esangue, soffocando nel suo effluvio di dolore.

"Ottimo lavoro," disse l'essere, lanciando un sacchetto rosso verso Arius, il quale lo prese al volo e lo ritirò "perfetto, ora uccidi quel mago e avrai il resto della somma".
 
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