Altàis
Il villaggio di Tiarus era una piccola roccaforte dove si erano rifugiati soto la guida di Alassi tutti i dissidenti di Nen.
Si era messo in viaggio dopo esattamente tre giorni di riposo alternato da allenamenti e giri di guardi al palazzo, aveva voluto capire come era fatto.
La mattina del quarto giorno era partito con la sua sacca su una spalla, pronto per quel viaggio-missione.
La mattina era grigistra come al solito al confine del Lumbar, ma spostandosi verso Nene il cielo schiariva e diventata ceruleo con il sole lumisono, che seccatura. ORamai si era abituato all'oscirutà, e sinceramente la preferiva al sole. E poi, quel venticello tipico delle zone lacustri, che fastidio!
Era davvero felice di essere in missione di nuovo, ma qual tempo cos' serafico aveva su di lui uno strano effetto, lo infastidiva troppo e lo metteva di cattivo umore. Ma non doveva lasvciarsi trascinare dai sentimenti. Si voltò di scatto quandi senti un rumore, era solamente un carretto che in lonananza viaggiava sulla sua stessa strada. Significava che la civiltà era vicina. Il carretto viaggiava nella direzione opposta alla sua, e dopo pochi minuti si incorciarono, alla guida c'era un giovano con una spiga in bocca, molto tranquillo a fischiettare una canzonaccia da osteria, alla quale rispondeva ogni tanto un altro uomo incappucciato seduto a cassetta di fianco al primo. Anche l'asinello che tirava a volte rispondeva con ragliati felici al ritornello.
Altàis sorrise dal sotto il mantello per non sembrare una cattiva persona,, ma semplicemente un viandante.
Quando si incrociarono il carrettiere fermò e Altàis pure.
"Non è prudente andare in giro da soli, signor viandante!" disse il giovane.
Altàis disse :"ma il viaggio è breve dal confine a Tiarus!"
"però non si sa mai cosa si potrebbe incontrare, ecco perchè viaggiamo sempre in coppia, vero Samuel?"
l'uomo di fianco a lui ridacchiò.
Altàis rispose: "penso di sapermi difendere da solo, non penso di aver bisogno di compagnia per sentirmi sicuro. Ma penso che di questi tempi non lo si sia mai!"
Il giovanotto improvvisamente assunse un ghigno terrificante e Altàis si accorse che c'era qualcosa che non andava, ma tropo tardi.
"Saggie parole!" disse il giovano mentre dal retro coperto del carretto saltavano fuori 5 uomini armati e una donna dai fluenti capelli biondi, che ripetè le parole del giovane.
"Esatto, emissario del signore oscuro, saggie parole"
Il gruppetto si slanciò contro Altàis che si difese fiermanete atterrandone un paio, ma erano molto ben addestrati, soprattutto la donna, che lo colpiì da dietro, con un oggeto pesante in testa.
L'ultima cosa che vide prima di svenire in mezzo alla strada fu Alassi che rideva e prendeva la sua sacca.
"Sogni d'oro emissario del signore oscuro. Portagli questo messaggio. Noi della resistenza di Nen non ci arrenderemo mai!"
Poi tutto fu tenerbra.
***
Quando riaprì gli occhi la testa gli pulsava dolorosamente, ma più delle ferite bruciava la sua mente malata e il suo orgolio ferito. Una donna, era stato appena atterrato da una donna. Se gli fosse di nuovo capitata tra le mani l'avrebbe.... No
Calmati Altàis si disse da solo
il tuo abbiettivo è portarla interga al padrone, i tuoi desideri non contano.
Ma la sua mente era troppo impegnata, troppe cose. Sentiva un forte dolore alla testa, e quello era normale. Più anormale invece era il bruciare ai polsi.
Si alzò piano piano, ignorando le proteste dei suoi muscoli, era dolore forte e diverso da qualsiasi ne avesse provato prima.
si guardò i polsi, erano tagliati ma non ne fuoriusciva sangue, il che è era ancora più anormale.
Anche le bende candide che vi erano posate sopra erano pultie e non sporche.
Ma quale nemmico avrebbe mai ferito e poi curato il suo nemico. Un refolo di vento lo colpì.
Si trò in piedi e annusò le bende, un odore acre di erbe gli bruciò le narici e fu costretto a smettere di annusare.
Rise convulsamente, da folle: "Veleno! Ahah...."
Si strappò vie le bende con i denti, e guardò i tagli. Una sostanza violetta colava dai lati e già la si vedeva diffondersi nei primi centimetri di capillari.
Guardò il sole, alto nel cielo. era stato sventuo circa un'ora. Probabilemnte Alassi era già bell'e lontana, ne avrebbe seguito le traccie dopo aver trovato una cura all'avvelenamento.
Non tanto però guarire, in quanto quel dolore lo assuefaceva in qualche modo, ma per avere un altro veleno nel suo arsenale. Al padrone lui serviva vivo e Alassi pure.
Sarebbe stata una sfida emozionante.
Si rassettò il mantello e si girò nella direzione in cui se ne erano andati gli aggressori.
"ALASSI! ti verrò a prendere! DIvverai ....la mia preda!" Urlò con divertita follia.
Il vento ricominciò a spirare come a portare un irrisoria e incomplrensibile risposta a quella minaccia, rivolta a nessuno.
***
Entrò nel villaggio e decise che avrebbe cercato un medico, che lo curasse senza fare troppe domande, e magari senza chiedere soldi.
C'era poca gente in giro, sentiva la braccia bruciare, non c'era molto tempo. Fermò un passante con modi rudi, non c'era tempo per recitare.
"Sai dove posso trovare un medico?"
Il passante si rimpicciolì spaventato e gli indico una via. "C'è una donna medico ing iro in città in questo periodo, è andata di li poco fa"
Altàis sorrise poco simpiatico :"Grazie"
mollò il tipo e si diresse a passo svelto verso la direzione indicata.
Entrò nella via e vide poco davanti a se una donna con un mulo, bionda, alta e avvolta in un mantello.
Non sapeva se fosse lei o meno ma senza esitare la prese con forza alle spalle.
Edited by La G@tta Matt@ - 3/2/2012, 22:10