Un regalo inatteso, Una perdita per qualcuno, una fortuna per me!

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N@ll@
view post Posted on 9/7/2012, 20:59




Continua nel paese di Nen

Adoravo la caccia, il brivido dell'inseguimento, la paura della preda braccata così intensa da diventare da emozione a un odore riconoscibile e indimenticabile, il brivido che ti scorre nelle ossa quando sai di avere in pugno la preda e la sensazione gloriosa della vittoria che si espande dal petto e tramuta quell'attimo in un attimo di puro piacere; poi tutto torna reale. La foresta di Golas è il luogo migliore in assoluto per cacciare, soprattutto se sai usare bene l'arco e le frecce, ma è anche un posto pericoloso. Gli alberi della foresta, ricoperti a nord di muschio e funghi, con il loro fogliame rigoglioso non lasciavano trasparire direttamente la luce del sole, creando una luce innaturale e verdognolo che illumina il paesaggio facendo sembrare tutto irreale, e il rumore continuo provocato dall'abbondante selvaggina ti rendeva nervosa e sempre all'erta.
Viaggiavo da tre giorni e adesso con la mia lepre, appena uccisa, che lentamente cuoceva sul fuoco, avevo il tempo di riflettere. Da tre giorni non incontravo nessuno sul mio cammino, questo mi rassicurava perchè mi avvertiva che non avevo una taglia sulla mia testa, ma mi faceva rabbrividire perchè camminando su vie abbabastanza battute avrei dovuto incontrare almeno un mercante o un viaggiatore, ma nulla solo il silenzio. Non andava bene.
La lepre si era ormai cotta e io gli staccai una coscia e l'addentai, lasciando vagare la mente.
All'improvviso udì uno scricchiolio, poteva essere un animale, ma era meglio contollare. Mi avvicinai lentamente al rumore e intavidi da dietro l'albero un cavallo, nero con il pelo lucido e ben curato, sellato e con una sacca sul fianco piena di roba; ma del cavaliere neanche l'ombra.
Mi avvicinai lentamente per non spaventare l'animale, ma quello soffiava lentamente dalle narici e quando gli misi la mano sotto il muso la toccò con il naso e nitrì piano. Ero appena stata accettata da un cavallo, che doveva aver perso il padrone in modo tragico data la pesantezza del carico.Decisi di tenermi il cavallo e per ingraziarmelo lo affereai per le redini e lo condussi gentilmente al mio giaciglio. Gli zoccoli producevano un incantevole suono mentre rompevano le foglie secche sul terreno.
Arrivati al gaciglio presi dalla mia sacca una mela e gliela porsi e mentre lui mangiava mi avvicinai con cautela alla sacca. La sacca conteneva: una mappa della zona, una borraccia d'acqua, qualche snack per il cavallo, tre coltelli e un sacchetto con delle monete. Ritenni le cose utili e senza cerimonie le considerai di mia proprietà come il cavallo.
"Sai io mi chiamo Gormlait, figlia di Thirran, ma normalmente mi faccio chiamare G per semplificare le cose" dissi con voce gentile al quadrupede per verificare il suo livello di calma. Nessun segnale di paura registravo negli occhi dell'animale, doveva essere un animale molto tranquillo e abituato al caos per reagire così davanti a uno sconosciuto.
"Ho deciso di prenderti con me, ma se faccio ciò chiamarti l'animale non va più bene no?" continuai rivolta allo stallone "Ho deciso ti chiamero... Darkness, ti piace?"
Darkness colpì dolcemente il mio petto col muso " Lo prenderò come un sì", poi Darkness nitrì debolmente e tocco la sacca ai miei piedi per richiamare la mia attenzione e dagli altro cibo e mentre mi piegavo per raccogliere un altra mela un sorriso accennato, ma genuino mi nacque sul viso.
 
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N@ll@
view post Posted on 10/7/2012, 13:22




Erano passati tre giorni dal "acquisto" di Darkness e viaggiavo spedita sulla sua groppa. La lieve oscillazzione provocata dal passo dell'animale rendeva la marcia piacevole, ma dubitavo di aver preso il sentiero giusto, perchè avrei già dovuto intravedere delle persone o dei villaggi; ma non vedevo niente e nessuno.
Passarono altri tre gioni di marcia e le mie giornate diventavano monotone. La mattina di buon ora mi svegliavo e dopo aver distrutto il mio giaciglio mangiavo qualcosa e nutrivo Darkness, poi partivo e montavo fino al tramonto fermandomi solo per uno spuntino a metà giornata, al tramonto cercavo un posto sicuro e mi addormentavo dopo aver legato Darkness strettamente a un albero. Mi stavo annoiando a morte, e se qualcuno avesse cercato di attaccarmi ora sarei stata più che felice della sua intromissione; almeno avrei avuto qualcosa da fare.
A metà del settimo giorno di cavalcata, vidi in lontanaza un piccolo villaggio con il fumo che saliva, che lo rendeva ben visibile e decisi di avvicinarmi. Il villaggio era in rovina le case di legno erano distrutte o incenerite dal fuoco e i pochi abitanti rimasti erano sporchi e ricoperti di lividi e escorazioni; le strade erano ricoperte di cadaveri, che facevano puzzare l'aria di morte. Era una visione terribile.
Scesi da cavallo e legai Darkness a un albero lì vicino, per evitare che un disperato di quel villaggio potesse rubarlo e rivenderlo con le cose nella sacca, e mi avvicinai al villaggio. La prima persona che incontrai era una donna, indurita dagli anni e dal lavora, con la faccia pesta e un occhio nero, che zoppicava vistosamente; non appena mi vide lanciò un urlo che fece voltare la popolazione e incominciò a correre più velocemente che poteva verso una di quelle case semi-distrutte. "Non allarmatevi non voglio farvi del male, ma ho visto il fumo da lontano e mi sono avvicinata e ho visto questo macello sono venuta a vedere" dissi a voce alta per farmi sentire da tutta la gente. Erano spaventati questo si capiva dal fatto che le donne stringevano al petto i bambini e che gli uomini presi i primi arnesi che trovavano, mi minacciavano con questi guardandomi torvi. "Se non vuoi farci male allora ci aiuterai contro gli uomini cattivi?" grido un bambino dal fondo del gruppo, "Zitto Cal!" ordinò l'uomo più massiccio "Non vedi che è una donna e anche se armata Rothit e i suoi ragazzi sono troppo forti per lei" rimbeccò un altro. "Primo, io sono una guerriera esperta, che meno di due settimane fa ha ucciso quattro uomini da sola, e non mi piace essere insultata! Secondo se mi date le informazioni ci penserò io a Roth.. Rothit o come si chiama." dissi offesa all'uomo bruno che aveva parlato. "E quanto vuoi per il servizio?" rimbeccò acida una donna bionda "Niente se non le informazioni per dirigermi il più velocemente possibile nella terra di Palan" risposi acida alla donna. Non mi andava di essere considerata debole, e poi forte ma paragonata a un mercenario, io odio i mercenari!
"Rothit si trova a sei miglia sud-est da qui, vicino ad un albero con legato al ramo più basso una bandana blu; la sua armata è costituita da sei uomini tutti esperti nelle armi e si diverte a vessere i più deboli." disse un vecchio con voce bassa ma ferma, doveva essere il capo del villaggio dal modo in cui lo trattavano gli altri. "Lascia qui il tuo cavallo sarebbe troppo visibile e se ci aiuterai oltre alle informazioni che cerchi di darò un regalo Figlia di Thirran, Gormlait giusto?" disse il vecchio con un sorriso. Io rimasi interdetta ma mi ripresi subito e risposi " Si, ma preferisco G, grazie per l'offerta" e senza aspettare altro mi voltai e mi diressi in direzione sud-est verso il rifugio di Rothit.
 
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N@ll@
view post Posted on 11/7/2012, 14:21




Non fu difficile trovare il rifugio di Rothit, la bandana blu era visibile da miglia di distanza; Rothit doveva sapere che nessun abitante dei villaggi sparsi nella zona lo avrebbe attaccato tanto erano spaventati. Mi avvicinai con cautela al luogo per non far allarmare le sentinelle, ma non c'era nessuno nel rifugio, dovevano essere andati a saccheggiare qualcun'altro decisi.
Il rifugio era composto da una casa di un piano rialzata da terra di sei gradini, piuttosto mal ridotta, visto lo stato di imputridimento delle assi di legno che componevano le mura esterne. La casa aveva due finistre per lato e una porta doppia aperta, perchè la serratura era stata spaccata in due da uno scalpello a giudicare dalla crepa nel metallo. La casa doveva essere appartenuta a una persona prima che i banditi la scegliessero come covo.
Salì i gradini e aprì la porta, che scricchiolò, facendo uscire un forte odore di marcio, simile all'odore che si sente nei pressi di una palude. Nella casa c'erano quattro letti e tre mucchi di paglia ricoperti dalle coperte, e infondo all'immenso salone c'erano dei sacchi pieni di oggetti vari "Doveva essere il loro bottino" sussurai a me stessa. Avanzai verso i sacchi e ne tirai su due, dopo li trascinai fuori e li misi a terra nei pressi di un albero cavo a 120 passi di distanza dalla casa, poi ritornai alla casa e rifeci la stessa cosa. Mezz'ora dopo avevo finito con l'ultimo sacco e notai che la roba rubata era di basso o scarso valore e solo poco poteva essere venduto con un profitto vantaggioso. Quel Rothit doveva essere un ladruncolo che si divertiva a portare distruzione nella vita degli altri; non doveva interessagli molto il ricavare denaro dai suoi bottini.
Lasciati i sedici sacchi nell'albero, mi avvicinai al rifugio e scelsi un albero con rami abbastanza robusti per sorreggermi e un fogliame abbastanza folto per nascondermi; dopo averlo trovato mi arrampicai e incomincia ad aspettare.
Non dovetti aspettare a lungo, dieci minuti massimo, che incominciai a sentire le risate sguaiate di sette uomini provenire da sud. Caricai l'arco e attesi che fossero visibili, poi scoccai la freccia che colpì dritto nel cuore il primo. Un uomo barbuto si voltò a destra verso un uomo biondo con i capelli lunghi e ben piazzato gridando "Rothit, ci stanno attaccando, ma da dove?". Quello era Rothit bene, doveva essere l'ultimo a cadere. Scoccai un'altra freccia che colpì il barbuto e lo uccise, ma un uomo, capito il mio nascondiglio, lanciò nella mia direzione un pugnale e così decisi di scendere. "Una ragazza è l'autrice di questo macello, dai divertiamoci un po'" grido Rothit con aria da gradasso. "Va bene-dissi estraendo la spada dal fodero- Io mi divertirò di certo" e mi scaglia contro un moro alla mia sinitra. Preso alla spovvista il moro fu colpito allo stomaco dal mio fendente e mentre moriva, ricoprendo il terreno di sangue, mi scaglia contro l'altro moro. L'atro era pronto e parò il mio fendente, poi mi fece uno sgambetto e io caddi sulla schiena, ma estratto un pugnale dagli stivali glielo conficcai in una coscia e mentre lui cadeva a terra in gola. Mi rianzai con un colpo di reni e vidi due banditi fuggire verso la casa. Non fecero in tempo a salire i gradi che li avevo uccisi con due coltelli. Nel frattempo Rothit mi attaccò alle spalle e mi ferì la spalla sinistra, facendomi perdere del sangue, poi mi butto a terra con un cacio e mentre stava per affondare la mia lama nella schena Darkness spuntò dal nulla e lo scolpì con gli zozzolì. Io mi alzai frastornata e ripresa in mano la spada e decapitai Rothit con decisione.
Un'ora dopo avevo raccolto tutte le mie armi e avevo legato i sacchi assieme per farli trascinare da Darkness fino al villaggio. Arrivai al vilaggio che era il tramonto e appena scesi dalla sella una piccola folla si radunò lì vicino, ma io mi avvicinai all'uomo che mi aveva considerata debole. "Sono forte come qualsiasi uomo e di più" dissi e lancia la testa di Rothit ai suoi piedi. L'uomo gridò e svenne sul posto mentre io mi avvicinavo al vecchio. Intanto grida di giubilo si alzaro fra la folla raccolta. Quando fui abbastanza vicino al vecchio domandai "Come fa a sapere chi sono? Come a conosciuto mio padre?". Il vecchio mi guardò negli occhi e mi misi in uno stato di soggezione tale da dover distogliere lo sguardo. "Conoscevo tuo padre perchè una volta quando ero giovane mi salvò la vita e poi mi rubò la donna. Uomo impertinente e irrispettoso, ma tu hai il suo stesso sguardo, così carico di rancore e ira, ma con una sfumatura di profondo dolore. Identico" disse il vecchio con un filo di rispeeto nella voce. "So il tuo nome perchè una volta mi fu predetto che il mio vilaggio sarebbe stato salvato da una guerriera di nome Gormlait con gli occhi del colore del fuoco, e i tuoi occhi sono diventati di un rosso di fiamma quando quel pappamolla di Val ti ha insultato. Erano abbastanza inquietanti lo sai?" domandò "Sì" dissi seccatamente in risposta.
"La cortesia non è il tuo forte, proprio come tuo padre. Va bene fa niente- disse il vecchio con un sospiro-Per arrivare nella terra di Palan da qui bisogna andare sempre dritto per 140 miglia sul sentiero settentrionale e poi seguire il senterio che va a destra al bivio e che sale fino alla fine della foresta." Poi mi porse un ciondolo con una pietra nera grossa come una noce all'estremità della corda di velluto nera. " Questo è il mio regalo per il servizio reso, mi fu regalato anni fa da un negromante. Ti potreggerà dalla morte." disse il vecchio.
Io lo presi senza dire niente e lo legai al collo, poi mi voltai e mi diressi verso Darkness, mentre sentivo il vecchio sussurrare "L'uomo che incontrerà fra poco, renderà la sua vita davvero interessante e forse le insegnerà le buone maniere."

Continua nella terra di Palan
 
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