| Fabricius
Aceria era una città tutta nuova, per Fabricius. Era uno dei punti più importanti delle vie carovaniere che portavano nel Nord di Tairis, e per questo dimostrava tutta la propria magnificenza e opulenza in splendide strade lastricate con mosaici complicati, quartieri residenziali da ricchi, in cui i pingui mercanti soggiornavano con le loro famiglie durante i loro commerci in città, e un palazzo di giustizia enorme al centro della piazza principale, completamente in marmo bianco e verde. Fabricius, nonostante avesse girato per mesi Tairis, non aveva mai visto una città così bella. Certo, Falan non era rientrata nel suo itinerario, così non aveva mai nemmeno intravisto le vere metropoli che dominavano il paese, ma per lui questa già significava essere arrivato al paese di Bengodi. Era arrivato in città da solo un paio d'ore, eppure il suo fiuto volpino lo aveva già portato a individuare nella fiera del paese, che quel giorno era dedicata ai beni di suppellettili e stoffe preziose, il punto da cui incominciare la sua attività preferita e di solito la più lucrosa, quella di scrivano. Estrasse dalla borsa di pelle un rotolo di pergamena di qualità, una penna d'oca piuttosto consunta e una boccetta di inchiostro, che aveva prodotto con le sue mani, per poi trovare un punto della piazza ottimale ai suoi scopi e cominciare a proclamare ad alta voce: "Da questa parte, signori! Avete bisogno di scrivere una lettera, una missiva, un reclamo? Questo è quello che fa per voi! Ottima pergamena e una grafia elegante, senza errori, tutto per poche monete d'argento! Prego, signori!" Peccato che, nonostante si sgolasse, nessuno sembrava sentirlo o almeno vederlo. Fabricius era invisibile. Scornato, dopo più di un'ora passata ad urlare e a incantare i suoi non clienti, si stancò, mise via i suoi strumenti e decise di passare al secondo piano per far soldi: rubare.
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