Dirron

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view post Posted on 20/9/2012, 15:30




Continua nel paese di Nen

Dopo tre settimane di viaggio ero finalmente arrivata alla città di Dirron. Era il tramonto e il sole calava lentamente sulla distesa azzurra colorando il mare di uno spettacolare rosso rubino e il cielo di tutte le sfumature immaginabili di arancione. Dietro di me il cielo era blu scuro con già visibili nella sua immensità un certo numero di stelle. La città di Dirron era situata su una collina che degradava dolcemente fino ad arrivare al mare e donare all città una spiaggia bianca. La vegetazione era prevalentemente composta da arbusti e piante basse, ma si potevano trovare anche alberi verdi con il tronco contorto e sbiancato dal sale. La città era circondata da mura non troppo alte e possedeva un porto di discrete dimensioni. Dalla mia postazione l'unica cosa che si notava era il palazzo del podestà, una casa di quattro piani con le mura di gesso bianco, che ora erano colorate di un arancione acceso.
Mi avvicinai alla porta est della città e dopo un discreto controllo fatto da due guardie molto svogliate mi diressi nelle strette strade della cittadina. In groppa a Darkness sovratavo la gente che camminava lentamente e tranquilla sul sentiero a ciottoli, e notai come la gente non avesse paura dei forestieri. Subito mi venne in mente il povero vilaggio distrutto nella terra di Golas e la disperazione della sua gente. Qui nulla sembrava turbare la calma e la pace, non doveva esserci nessun pericolo o persona sgradevole nelle vicinanze. Era la città perfetta per i miei fratelli, tranquilla, protetta e abbastanza popolata. Loro amavano la pace e la tranquillità e serebbero state le persone più felici ddella terra se anche io mi fossi unita al loro modo di pensare.
Trovai una locanda nella piazza cittadina, era una casa alta e stretta, racchiusa fra due edifici di mattoni rossi, con le mura colorate di un chiaro azzurro. La piazza era grande, nel centro c'era una fontana e a un suo estremo un pozzo molto grande dove era radunata un considerevole quantità di gente. I negozi erano situati quasi tutti lì, era lì anche l'officina del fabbro, il luogo di lavoro del fidanzato di mia sorella.
Legai Darkness a un palo ed entrai nella locanda. Una signora grassoccia con i capelli striati di grigio e fermati sulla nuca stava pulendo con molta lena il tavolo di noce, ma si fermò non appena mi vide "Cosa desidera signorina?" chiese la donna con voce soave. "Vorrei una stanza per tre o quattro notti" risposi appoggiandomi al muro alle mie spalle. Non ero intenzionata a partecipare al matrimonio, ma avrei portato il regalo a mia sorella e poi dopo un po' di riposo sarei ripartita. La signora si diresse verso un bancone di noce ed estrasse da un casseto una pesante chiave di ottone e dopo avermela data in mano disse: "E' della camera appena a sinistra dopo aver salito le scale". Dopo avermi fatto un sorriso mi saluto e si riavvicino al tavolo. " La cena e fra un'ora" disse con voce allegra e io le fui grata di questa informazione perchè avevo una fame da lupi.
Salì la scale e trovai la camera che cercavo. La camera era molto spartana c'era un letto singolo, una sedia e una scrivania; sotto il letto un vaso da notte e vicino alla finestra una brocca pienda d'acqua, degli asciugamani e un bicchiere. Il catino che faceva da vasca era ai piedi del letto. Era tutto molto pulito. Feci un bagno caldo per pulirmi dalla polvere del viaggio e poi legatomi un asciugamano intorno al corpo mi sdraia sul letto per riposarmi un po'.
Mi sveglia un'ora e mezza dopo sentendo piacevoli odori che venivano dal piano di sotto. Mi alzai, mi vestì e poi chiusa a chiave la stanza scesi nella sala. La sala era piena di gente, ma io scelsi un tavolo isolato e decisi di ordinare della carne. Volevo controllare la sitiazione per captare un eventuale pericolo; sapevo perfettamente che per quanto la città fosse tranquilla se arrivavo io arrivavano anche i guai.
 
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