| Thoril
"Bene, ecco Lucea" pensò l'assassino tirando un sospiro di sollievo. Da giorni era al galoppo, ferito ed esausto dopo il combattimendo contro il maledetto Eogan ed il suo gruppo, senza sostare se non per far riposare appena il cavallo, mangiando, bevendo, riposando in sella al suo destriero nero come il carbone. E dopo cinque giorni da quando era ripartito dal Palazzo Nero di Lumbar, finalmente ora aveva raggiunto il paesino. Lucea era una piccola concentrazione di case sorte alla rinfusa intorno ad un palazzo signorile che con il tempo si era espansa fino ad assumere la conformazione di un paesino. Era tuttavia evitata dalla maggior parte dei viandanti, se non nell'ora del tramonto: non era infatti meta di commercio o di soste, poichè le uniche attrazioni del paesino erano una o due taverne, un altare, un mercato che si teneva nel fine settimana e, nella zona più malfamata della città, un bordello. Ed era proprio quella la direzione del mago. Suvvia, ora non starete di certo immaginando maliziosamente le intenzioni del mago! Era infatti Thoril, diretto al bordello per incontrare una vecchia conoscenza che avrebbe potuto aiutarlo nella missioa affidatagli dal suo Signore. Tremò ripensando alla furia di Bauglir, al suo ritorno nel palazzo, dopo avergli annunciato il suo fallimento. "Che tu possa essere maledetto per sempre, inetto! Non ti si può affidare una missione senza prevedere un tuo ritorno a mani vuote! Sei riuscito a lasciarti scappare Eogan! Una seconda volta!" gli aveva urlato contro il suo signore, mentre l'assassino tremava, ferito e terrorizzato, al pensiero della sua punizione. "Vai, vai fuori dalla mia vista, non ti voglio vedere per il momento!". Il giorno successivo lo aveva mandato a chiamare e Thoril aveva temuto seriamente per la sua vita. Ma il sovrano era stato magnanimo: "Voglio che tu ti scelga una spalla, un parter, un compagno o chiunque tu voglia che sia in grado di aiutarti per questa prossima missione. Il fallimento non sarà contemplato, poichè questa volta la pena sarà la morte, tua e del tuo compagno, perciò scegli bene" aveva iniziato, e poi gli aveva spiegato il suo obiettivo. Inizialmente si era sorpreso, ma poi, una volta uscito dalla sala, era scoppiato a ridere: aveva già fatto quel tipo di lavoro una volta, e con sorprendente semplicità. E inoltre, sapeva esattamente a chi chiedere per condividere la sua missione. Dunque era partito ed ora era arrivato a Lucea, che svettava su di una collina dove nasceva l'omonimo torrente, nel tramonto.
Le guardie all'entrata non gli fecero domande e così l'assassino proseguì per le strade buie e vuote senza interruzioni. Passò davati ad una locanda e davanti ad una casa grande e presidiata da un ingente numero di guardie armate che lo guardarono sprezzanti non appena gli passò davanti. Si diresse verso la Casa del Piacere di Lucea e, una volta arrivato, lasciò il cavallo allo stalliere ed entrò. Una volta dentro, fu avvolto da una densa coltre di profumo e fu accolto da un trio di ragazze che lo avvicinaronoo chiedendo quale servizio desiderasse. -Non sono venuto per voi, signore. Cerco una ragazza, dai capelli rossi. Cremisi è il suo nome e so che lavora qui. Ho bisogno di lei- disse l'assassino strizzando l'occhio ad una delle tre. -Se preferisci lei, la mando a chiamare- disse la ragazza bionda tra le tre -Nel frattempo, puoi sistemarti in una stanza, di sopra. Se hai bisogno di compagnia, chiama, mi raccomando- disse ridendo e, prendendolo per mano, lo portò in una stanza vuota al piano di sopra. -Se non vi è di disturbo, desidererei qualcosa da bere per accogliere colei che cerco. Almeno avrà una consolazione per l'interruzione del suo... lavoro- disse il mago lanciandosi sul letto e gemendo per le ferite che aveva portato durante il combattimento. Era ridotto veramente male ed era stato ad un passo dalla morte, ma fortunatamente il suo signore lo aveva fatto curare un po' prima della partenza. Ora, con le forze che gli rimanevano, curò le ferite gravi rimanenti, lasciando ancora svariati tagli minori perchè non aveva la forza, dopo quattro giorni di viaggio, per curarli.
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